Salvatore Cambria ha lasciato il Sant’Agata da vincente, dopo una Promozione sofferta, voluta e meritata, conquistata a tre minuti dalla fine della regular season nel drammatico match-spareggio contro il Torregrotta. L’addio del mister artefice del ritorno in Eccellenza della compagine santagatese ha comunque fatto scalpore, perché è arrivato alla fine di un periodo ricco di novità soprattutto per la compagine societaria.
Cambria, però, dà un calcio alle polemiche, spiegando come l’addio non si sia consumato assolutamente in modo negativo: “A Sant’Agata sono stato benissimo, ho trascorso due anni fantastici, a livello ambientale e umano sono stato trattato molto bene raggiungendo tutti i risultati che la società mi aveva prefissato. Il mio addio è una scelta ponderata che ho maturato dall’ultima giornata di campionato. Ho preferito andare via da vincente lasciando questo ricordo di me augurando tutto il bene possibile a tutti quanti. L’amicizia e il rispetto verso tutte quelle persone mi sono rimaste, ma sono fatto così, dopo qualche anno preferisco andare via”.
Un’annata in cui il Sant’Agata ha dovuto convivere con la pesante etichetta di squadra obbligata a vincere, anzi a stravincere, anche al cospetto di un Torregrotta che ha fatto sudare le proverbiali sette camicie fino alla fine: “Abbiamo fatto un campionato lineare, i punti del girone d’andata sono gli stessi del girone di ritorno, quindi è stato il Torregrotta a fare meglio nel girone di ritorno di quanto non avesse fatto nella prima parte di stagione. Nell’ultima gara del girone d’andata ci siamo presentati avanti di nove punti, al ritorno con appena tre lunghezze di vantaggio, quindi vuol dire che loro hanno fatto sei punti in più rispetto all’andata. Abbiamo vissuto un momento di appannamento dopo Natale, ma ci siamo ripresi subito. In quel momento forse qualcuno ha pensato che potesse subentrare al mio posto e ha messo in giro la voce di un mio imminente esonero, ma la mia posizione non è mai stata in discussione“.
Bando alla modestia, Cambria questa promozione se la sente addosso e crede nella bontà del lavoro portato avanti in questi due anni: “Vincere non è mai facile in nessuna categoria. Tenere a bada uno spogliatoio è sempre un compito impegnativo, come quello di dover fare delle scelte tattiche spesso dolorose. Abbiamo avuto degli infortuni che ci hanno rallentato, a un certo punto la squadra si era bloccata da un punto di vista mentale ma sotto il profilo tattico i ragazzi hanno sempre risposto bene, poi dopo il successo interno con il Camaro abbiamo ripreso la nostra marcia. Se la rosa non sarà stravolta credo che servirà solo qualche puntello per far sì che il pubblico di Sant’Agata possa divertirsi anche nel prossimo campionato di Eccellenza. Credo di lasciare un’eredità importante, un certo modo di lavorare. Durante l’anno ci hanno spesso etichettati come “illegali“, ma sappiamo che non è stato facile, anche perché chiunque giocasse contro di noi metteva sempre qualcosa in più”.
Ora la voglia di pensare al futuro è davvero poca: “Mi godo questi momenti, con la soddisfazione per il risultato raggiunto. Le offerte le ho, ma cerco soprattutto i progetti. Voglio prendermi tutto il tempo possibile e decidere”.