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Sant’Agata, Amata: “Con il nuovo protocollo test rapidi ogni quattro giorni”

Il dirigente del Sant’Agata Gianluca Amata ha fatto il punto a Radio Doc sul momento della squadra, nella settimana che segnerà il ritorno in campo dopo un mese di sosta forzata: “Si avverte il bisogno di tornare in campo e non una semplice attesa. Svolgere tutte le attività che competono ad una squadra, ma poi non potersi sfogare in partita la domenica è brutto. L’organizzazione settimanale infatti è propedeutica alla gara, che fin qui non è stato possibile disputare. La competizione infatti è il sale di ogni campionato”. 

Gianluca Amata
Il dirigente del Sant’Agata Gianluca Amata

Ai ventidue protagonisti in campo potrebbe mancare un po’ l’agonismo: “In una settimana tipo sostieni le sedute di allenamento, poi parti il sabato per il ritiro in trasferta o fai la rifinitura se giochi in casa. Adesso si fanno soltanto allenamenti come se fossimo in estate e qualche partitella in famiglia, che comporta tanti problemi logistici e di preparazione”.

La formazione affidata a Pasquale Ferrara potrà tornare in campo una settimana prima rispetto alle altre contendenti: “Personalmente ho accolto con favore la scelta di procedere ai recuperi, sospendendo provvisoriamente il torneo di D. Purtroppo ad oggi nel nostro girone non si è giocata alcuna gara, ma si è pagato dazio principalmente a causa di un protocollo che non era molto chiaro. Fortunatamente domenica disputeremo il nostro recupero con la Gelbison. Dobbiamo recuperare soltanto una gara ma ci sono squadre che da un mese e mezzo sono ferme e recuperare appieno sarà difficile”.

Maggioli e Camara
Maggioli e Camara in fase di copertura ad Acireale

Per il Sant’Agata, che ha confermato soltanto cinque elementi rispetto alla passata stagione, la gestione logistica è stata ancora più ostica: “Abbiamo ben 17 giocatori di fuori e non sappiamo come fronteggiare le loro esigenze, perché ad oggi i ristoranti sono chiusi. Per fortuna la struttura che li ospita sta ovviando nel miglior dei modi e con ottimi comfort, ma non tutti possono farlo. Gli abbiamo chiesto di non rientrare a casa nei weekend perché poi diventerebbe difficile tornare a Sant’Agata. Si cambiano ognuno in uno spogliatoio diverso e bevono in borracce differenti. Sono tutti aspetti legati non soltanto agli allenamenti ma anche alle relazioni tra di loro. Monitoriamo perfino chi entra al campo di allenamento, perché ogni incontro ravvicinato è pericoloso di questi tempi”. 

Le modifiche proposte dalla Lnd alla Figc dovrebbero consentire di limitare i contagi e anche i rinvii: “Il nuovo protocollo dovrebbe prevedere un tampone ogni quattro giorni, per cui il contributo di tremila euro concesso dalla Lega copre poco o nulla. Si chiede alle società l’esigenza di intensificare i tamponi ma sarà un ulteriore aggravio di costi per le squadre e non penso ci saranno altri aiuti. Sono ovviamente ancora ipotesi, perché ad oggi il protocollo non è uscito ma verrà pubblicato a breve. Ci si dovrà attenere scrupolosamente perché altrimenti si incorrerà in risvolti civili e penali e con un bene come la salute sappiamo che non si può mai abbassare la guardia”. 

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