Dopo dieci anni, tanta burocrazia e qualche inattesa frenata, si è definitivamente concluso l’iter per l’intitolazione dello stadio San Filippo a Franco Scoglio. Dopo l’ufficio toponomastica, anche il Prefetto Stefano Trotta ha dato il suo ok ed adesso si attende soltanto l’annuncio ufficiale ma di fatto il principale impianto sportivo cittadino ha già un nuovo nome. L’indimenticato tecnico originario di Lipari condusse il Messina alla promozione in B nel 1985/86 e poi sfiorò il salto in massima serie.
La scelta di dedicargli il nuovo stadio, il terzo del Meridione per capienza dopo il “San Paolo” di Napoli ed il “San Nicola” di Bari, venne adottata subito dopo la sua morte ed oggi paradossalmente divide i tifosi più giovani ed alimenta qualche polemica, giunta perfino alle orecchie dei familiari. “Il figlio Tobias e gli altri componenti della famiglia mi hanno incaricato di manifestare il loro disappunto per qualche commento negativo ritenuto inopportuno e fuori luogo, un autentico autogol – rimarca Niki Patti, portavoce e promotore del Comitato “Amici di Franco Scoglio” – Non ha più senso contestare un provvedimento già preso da mesi. Dopo un iter interminabile, lo stadio San Filippo viene finalmente intitolato alla memoria di Franco Scoglio. E soprattutto alle nuove generazioni che non lo conoscono adeguatamente, tengo ad assicurare che questo abbinamento assicurerà lustro, nazionale ed internazionale, considerato che il “Professore” allenò anche la Tunisia e la Libia ed era molto conosciuto anche all’estero”.
L’avere fatto trascorrere due lustri rispetto al suo improvviso decesso in diretta tv, ha ovviamente un po’ spento l’enfasi con la quale Messina si impegnò ad onorarne la memoria: “Nel 2005 quella richiesta di intitolazione era espressione della volontà popolare di tutta la città, tanto che la petizione venne supportata da un numero ingente di firme”. In 3.000 d’altronde lo salutarono al “Celeste” dopo il partecipatissimo funerale svoltosi a Genova.
Le contestuali dediche della Curva Nord a Tonino Currò, il tifoso deceduto in seguito agli incidenti che caratterizzarono un derby con il Catania, e della Sala Stampa al giornalista Piero Zagami, saranno presto seguite da un’altra attesa intitolazione. “Il Coni, rappresentato da Aldo Violato, ed i quattro capi club, Martorana, Ventra, Caruso e D’Andrea, condividono ed approvano in pieno l’iter che dovrà consentire di onorare anche la memoria dello storico massaggiatore Ciccio Currò, deceduto ormai tre anni fa. Ricordo che aveva un rapporto fraterno con Franco Scoglio e che anche lui era presente ai suoi funerali, che seguì con grande partecipazione emotiva. Gli verrà dedicata la Curva Sud” aggiunge Niki Patti.
“Le normative prevedono che si debbano aspettare dieci anni dal decesso di un personaggio noto per l’intitolazione di una struttura pubblica. Ma con una deroga del Prefetto l’ostacolo può essere aggirato, come è avvenuto a Milazzo dove il “Grotta Polifemo” porta ora il nome di Marco Salmeri, o a Cosenza per ribattezzare il “San Vito” come stadio Gigi Marulla. Ci batteremo quindi per ridurre sensibilmente i tempi di attesa”. Questa strada in fondo è stata percorsa anche a Reggio Calabria, per dedicare l’impianto all’ex presidente amaranto Oreste Granillo, a Catania per dare al “Cibali” il nome di Angelo Massimino o al “Fiorita” di Cesena con la nuova denominazione in onore di Dino Manuzzi.
Tra i grandi protagonisti del recente passato del Messina resterebbe escluso soltanto Emanuele Aliotta, anche lui scomparso anni dopo rispetto a Scoglio, ma chissà che presto non si possa in qualche modo garantire un tributo anche al presidente più amato dalla tifoseria. Andrà ovviamente presentata un’altra istanza all’ufficio toponomastica, per dedicargli magari la Tribuna A o la Gradinata. Annunciare contestualmente tutte queste intitolazioni, con un evento pubblico che possa dare grande risalto al cambio di denominazione del San Filippo, potrebbe rappresentare anche uno splendido omaggio ad un altro calcio che oggi non esiste più e del quale gli appassionati di ogni età sentono la mancanza, con grande nostalgia.