Si è spento all’età di 93 anni Peppino Salerno, ex portiere e poi capitano del Messina degli anni ’50. Nato a Carlentini, in provincia di Siracusa, il 6 agosto del 1930, Salerno iniziò a giocare nella squadra del suo paese, poi prese il volo direzione Siracusa e nella stagione 1949/50 faceva il suo esordio in serie B. Quattro stagioni in serie B con la maglia azzurra richiamarono le attenzioni della Juventus, che lo voleva portare a Torino. Tre milioni di differenza tra domanda e offerta non permisero al portiere siciliano di volare nella capitale dell’industria automobilistica italiana.
Così, all’inizio della stagione 1953/54 fu il Messina a chiamarlo, per la stessa cifra che qualche anno prima aveva offerto la Juve. Per Peppino Salerno inizia la lunga stagione in riva allo Stretto che si protrarrà fino al campionato 1958/59 e che lo porterà a difendere i pali della squadra biancoscudata per ben 129 gare di campionato e due di Coppa Italia. Quando arrivò a Messina, il titolare nel ruolo di estremo difensore era Renzo Vellutini, amatissimo dai tifosi, uno dei protagonisti della promozione in serie B nel campionato 1949/50. Era il Messina allenato da Rudy Hiden, che però veniva esonerato alla settima giornata, sostituito da Cesare Gallea. Salerno esordisce in trasferta il 20.12.1953 in Pavia-Messina 3-2, tredicesima giornata del campionato di serie B. Alla sua prima stagione in giallorosso colleziona 10 presenze e subisce 10 reti, il Messina chiuderà al decimo posto a quota 30 punti insieme a Modena e Salernitana.
La stagione successiva con in panchina Manlio Bacigalupo, fratello del portiere del Grande Torino, Peppino Salerno disputerà 6 gare subendo 9 reti. Per il Messina un buon settimo posto finale con 36 punti, appena quattro in meno del Padova promosso in serie A. Nel campionato 1955/56, confermato Bacigalupo in panchina, per Salerno arriva la promozione a titolare dell’undici peloritano. Infatti saranno ben 32 le presenze con 45 reti subite (di cui quattro nel pirotecnico match con il Cagliari al Celeste, concluso sul 7-4). Fu un campionato tribolato, chiuso con una salvezza giunta nelle ultime giornate, per via delle varie crisi dirigenziali che alla fine porteranno alle dimissioni ed all’uscita di scena del presidente Francesco Lombardo, uno dei dirigenti storici del sodalizio messinese.
La stagione seguente non è brillante per il Messina, ancora problemi societari non regalano serenità alla squadra, alla cui guida viene richiamato Rudy Hyden, poi esonerato e sostituito da Tonino Colomban (allenatore-giocatore) e dopo da Ivo Fiorentini. Peppino Salerno, ormai è una certezza del Messina, sempre presente in campo con 34 gare disputate e 35 reti al passivo. I biancoscudati, dopo un inizio scintillante, riusciranno alla fine ad ottenere la salvezza con 29 punti all’attivo. Nel 1957/58 il campionato non prevede retrocessioni. Il Messina, affidato al riconfermato Fiorentini, gioca una stagione per limitare i danni, chiudendo in terzultima posizione con 27 punti. Salerno fa ancora la sua parte con 24 presenze e 25 reti al passivo.
Il campionato 1958/59 è l’ultimo in maglia giallorossa per Peppino Salerno che disputerà 23 gare, subendo 25 reti, in un Messina che finalmente ha trovato la strada giusta dal punto di vista dirigenziale, con Goffredo Muglia alla presidenza. La sua ultima apparizione con lo scudo crociato nella maglia risale al 24 maggio 1959: Vigevano-Messina 1-1, si giocava la diciassettesima giornata di ritorno di un campionato di serie B che vedeva i biancoscudati, allenati da Bruno Arcari, chiudere al decimo posto in classifica con 38 punti, ma si erano già gettate le basi per un futuro sicuramente migliore per la Messina calcistica, che da lì a qualche anno avrebbe compiuto il grande salto in massima serie. Peppino Salerno a 29 anni lasciò il Messina per andare al Cagliari dove ritroverà Tonino Colomban. Malgrado i tre anni di contratto, quella sarda sarà la sua ultima stagione da calciatore, poi tornerà a Messina dai suoi affetti per intraprendere la carriera di allenatore che lo vedrà sulla panchina di Igea Virtus, Milazzo, Saponara, Villese, Locri, Calatabiano e nel Provinciale che nel 1977/78 sfiorò la promozione in serie D. Salerno era amato dai tifosi e rispettato per la sua signorilità. Tanti i messaggi di cordoglio apparsi sui social, che ne ricordano le doti umane e tecniche.