Nel Messina di Emanuele Aliotta, quello che compì la scalata dalla Serie C2 alla B, Sasà Marra ed Enrico Buonocore erano tra le colonne. Insieme al nuovo allenatore dell’ACR ed al suo vice, in quegli anni vestiva la maglia biancoscudata anche Pippetto Romano, all’epoca centrocampista ed oggi collega, sulla panchina dello Scordia, di due compagni di squadra che sono diventati col tempo anche dei carissimi amici.
Romano, che chiuse con le sei stagioni a Messina la sua carriera, a ben quarant’anni compiuti, è rimasto nel cuore dei tifosi e mantiene ancora un vivo legame con la piazza. Oggi il rapporto con Messina è ancora più forte grazie all’esito della recente rivoluzione dei quadri tecnici nel club del presidente Stracuzzi e, anche per questo, abbiamo intervistato l’ex centrocampista nativo di Palermo: “Ho sentito Sasà ed Enrico un paio di volte in questi giorni –ha detto ai nostri microfoni-. A loro due non mi legano solo le stagioni vissute insieme, ma anche un rapporto di grande amicizia. Mi auguro che possano far bene non solo per la stima che ho verso di loro, ma per ciò che mi lega alla città. Ho quindi un doppio filo conduttore con questo Messina e sarei felice se i destini dei miei amici e della squadra vadano di pari passo, con le migliori soddisfazioni”.
Il derby perso per 2-0 a Reggio Calabria ha creato, come prevedibile, un po’ di malcontento, ma il dato più preoccupante riguarda di certo lo stato di salute della squadra. L’undici biancoscudato è apparso spento e, come detto da Marra a fine partita, ha pagato anche il caldo, vista la totale assenza di amichevoli pomeridiane nel diario di bordo estivo della squadra. C’è insomma bisogno di tempo perché torni il giusto clima: “Ho letto alcuni commenti, ho sentito un po’ il malumore causato da questo passo falso – ha detto Romano riguardo il derby –. Sappiamo benissimo quanto valga emotivamente il derby, come sia sentito sia da parte nostra che dai reggini, sull’altra sponda dello Stretto. La sconfitta non è andata giù, ma l’importante è reagire subito, perché c’è tutto un campionato davanti. Bisogna dare serenità a questa squadra ed allo stesso tempo incoraggiarla. Sasà ed Enrico sanno come motivare questi ragazzi, anche per l’attaccamento a questa maglia che è un loro tratto distintivo. Stando tranquilli e permettendo alla società ed allo staff tecnico di lavorare come desiderano, il Messina raggiungerà presto il proprio obiettivo, cosa che mi auguro di tutto cuore. Loro e la città lo meritano”.
Romano, invece, è da poco tornato al proprio mestiere, subentrando sulla panchina dello Scordia a Marco Coppa, che ha lasciato la città delle arance dopo una sola gara ufficiale. Dopo la firma, l’allenatore è stato presto accontentato sul mercato, con gli ingressi del difensore Stefano Acquaviva, al Due Torri nelle ultime due stagioni e del trequartista toscano Manuele Giustarini. Hanno lasciato la squadra Pietro Palazzolo ed il milazzese Peppe Dama, accasatosi al Viagrande. Alla vigilia del campionato potrebbero arrivare anche le firme di Francesco Fascetto e Raffaele Gambuzza, in uscita dalla Sicula Leonzio, che completerebbero al meglio una squadra competitiva di cui Romano ha assunto la guida con entusiasmo: “Per arrivare all’accordo è bastato davvero poco. Il presidente Gallo mi ha fatto un’ottima impressione, – rivela – sembra una persona seria con cui poter lavorare davvero bene. Sembra che quest’anno sia partito dall’inizio, ma non è così dato che tutto il pre-stagione è stato curato da un altro mio collega. Sono arrivato sette giorni fa ed abbiamo subito valutato cosa mancasse a questa squadra. Abbiamo fatto già degli interventi, credo che ne faremo ancora qualcuno data la nostra voglia di disputare un campionato di buon livello”.
Sarà dunque un’esperienza del tutto nuova in un campionato poco conosciuto dall’allenatore, ma che si profila interessante grazie alle numerose compagini in gioco per il salto di categoria: “L’ultima volta che ho allenato nel girone B di Eccellenza è stata nel 2003, quindi conosco poco il campionato in sé. Conosco parecchi giocatori incrociati o allenati in Serie D, che mi ritroverò ad affrontare strada facendo. Ritengo che il gruppo orientale sia molto più forte di quello occidentale, sia quanto a valori tecnici che a livello di ambizioni. Ci sono davvero tante squadre pronte per un campionato interregionale, che renderanno questo campionato parecchio tosto”.
Nelle ultime due stagioni Pippetto Romano ha allenato il Noto, legandosi al club granata in corsa in entrambe le occasioni. Il campo è sempre stato favorevole ed il tecnico ha spesso tolto le castagne dal fuoco ad una società che ha finito per rinunciare alla quarta serie: “Il primo anno è stato parecchio difficile. Come nella scorsa stagione sono subentrato in corsa, – racconta – anche se in anticipo e potendo raggiungere una salvezza incredibile. Attraverso il lavoro, l’affiatamento di gruppo, la disponibilità dei giocatori abbiamo tagliato un traguardo difficile, dato che sotto il profilo societario mancava dall’acqua al sale, come si suol dire. Ci siamo riusciti ed incredibilmente abbiamo fatto bene anche lo scorso anno. Mi richiamarono dopo la separazione con Cacciola, garantendomi che quei problemi non ci fossero più, ma– rivela – mi sono subito accorto che non era così. Ho preferito passare la mano, perché credevo impossibile lavorare come l’anno precedente”.
La carriera di Romano continua perciò nel catanese ma, dopo le sei stagioni in riva allo Stretto, l’allenatore non nasconde come la panchina del Messina resti un’ambizione per un eventuale futuro, anche se lontano: “Auguro a Sasà ed Enrico di sedere su quella panchina il più a lungo possibile. Che so, un domani sarebbe davvero bello tornare a Messina da allenatore. Non nascondo che allenare l’ACR è il mio sogno nel cassetto”.