La riunione tra vecchia e nuova proprietà è durata novanta minuti, quanto una vera e propria partita di calcio. A fare il punto sulla trattativa l’avvocato Alessio Robberto, che aveva assistito l’ACR Messina anche durante la presidenza di Pietro Lo Monaco ed è succeduto al duo composto da Giovanni Villari e Giuseppe Melazzo.
“La trattativa ha dei tempi tecnici, inevitabili in casi del genere, come è normale che sia ogni volta che si cedono delle quote di una società – ha chiarito il legale messinese – Soltanto oggi ho appreso che la discussione tra le parti fosse così avviata, con i primi contatti che risalivano già a quindici giorni fa. In vendita c’era l’88% del pacchetto azionario complessivo, ovvero quello detenuto da Natale Stracuzzi e Piero Oliveri”.
La fumata è bianca ma, visionando i dettagli dell’accordo, prevale la cautela, anche in virtù di quanto già accaduto nel recente passato: “Si è arrivati ad una definizione – sottolinea Robberto, che ha ospitato i sei protagonisti dell’accordo nel suo studio legale, che sorge in via Nicola Fabrizi –. È stato predisposto un atto preliminare, in attesa della ratifica definitiva che spetterà ad un notaio o ad un commercialista. Pasquale Gerace e Giuseppe Marcianò si sono assicurati un diritto di opzione sul 70% delle quote. Adesso hanno otto giorni di tempo per visionare più nel dettaglio la situazione contabile e poi per dare una risposta definitiva”.
Se l’accordo assumerà i crismi dell’ufficialità, Stracuzzi manterrebbe l’11% del pacchetto azionario e Oliveri scenderebbe al 7. Immutato l’impegno degli altri soci: l’Antares di Gugliotta conserva il 10%, Micali il 2. L’auspicio è che non vi siano più colpi di scena all’orizzonte, anche perché Messina attende già da troppo tempo una soluzione risolutiva e c’è una salvezza da conquistare sul campo, tutt’altro che conquistata.