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Messina

Rizzo: “Se non c’è un progetto credibile meglio chiudere gli stadi”

Nuovo intervento del consigliere comunale del Pd Massimo Rizzo, che invoca risposte sul futuro del calcio cittadino. E sollecita una presa di posizione forte da parte del Comune. Di seguito la sua nota stampa integrale. 

“E’ trascorsa una settimana dall’incontro a Palazzo Zanca durante il quale il Sindaco, alla presenza di due delle tre principali società calcistiche messinesi, ha avviato, anche su mia sollecitazione, un percorso finalizzato alla unificazione dei tre sodalizi.

D'Arrigo, De Luca, Lo Re, Scattareggia e La Fauci
D’Arrigo, De Luca, Lo Re, Scattareggia e La Fauci (foto Filippo D’Angelo)

Non si tratta solo dell’idea romantica di dare vita a ciò che lo storico acronimo ACR significa (Associazioni Calcio Riunite) ma dell’unica strada percorribile in assenza di importanti e seri interventi imprenditoriali di soggetti terzi ,rappresentando allo stato l’unico progetto attraverso il quale riaccendere la passione della comunità sportiva, frustrata da continue delusioni ascrivibili ad insipienze gestionali.

Il famoso lumicino della speranza, da tenere acceso confidando che la pubblicazione dei bandi sugli stadi possa attirare investimenti significativi. E però, a tutt’oggi, non siamo andati oltre le mere dichiarazioni di intenti.

Massimo Rizzo
Il consigliere comunale Massimo Rizzo

Ovviamente, ciascuno deve essere libero di autodeterminarsi e dal punto di vista squisitamente giuridico, ACR Messina è legittimata a proseguire nelle sue interlocuzioni nel modo che ritiene più opportuno, considerando la società di calcio come una qualunque organizzazione di diritto privato. In tal caso, tuttavia, in assenza di un dialogo costante e proficuo con l’ente comunale, sarebbe poi impraticabile un percorso comune rivolto a dare risposte alla comunità sportiva.

Pertanto, nel silenzio assordante di questi giorni, se non dovessero registrarsi novità rilevanti, chiederò formalmente al Sindaco di sospendere ogni valutazione sul rinnovo della concessione annuale degli stadi. Nessuno si illuda di usufruire di impianti pubblici senza mettere in piedi un piano di rilancio del calcio che dia soddisfazione alla città ed ai suoi sportivi, senza voli pindarici ma con dignità, senza proclami faraonici ma con serietà. In assenza di un progetto credibile, meglio chiudere gli stadi.

stadio
Lo stadio “Giovanni Celeste”, abbandonato a sé stesso ormai da anni

E magari cogliere l’occasione per allestire (magari al Celeste, storico tempio della tifoseria messinese) un maxischermo per proiettare le storiche immagini del calcio a Messina, profittando per ricordare un grande Presidente, mix vincente di passione, competenza e messinesità: Emanuele Aliotta. Forse, rivivendo il passato può immaginarsi il futuro”.

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