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Messina

Rizzo: “Perché c’è una cappa di silenzio sulla concessione dello stadio?”

“C’è lo sport, fondamentale per il benessere psico-fisico e per l’economia. Ma alla politica sembra importare poco. Men che mai all’amministrazione comunale. Non produce consenso elettorale. C’è poi un argomento più importante, ed è un principio basilare: si chiama trasparenza amministrativa. La questione ha un nome ed un cognome: si chiama Stadio Franco Scoglio”.

Massimo Rizzo
Il consigliere comunale Massimo Rizzo negli studi di Rtp

A sottolinearlo è il consigliere comunale Massimo Rizzo, che all’indomani dell’esposizione degli striscioni da parte dei club organizzati torna a sollevare la questione, in una nota stampa che riportiamo integralmente: “Tutti sanno che, all’incirca un anno fa, fu pubblicato un bando per l’affidamento dello stadio. Personalmente ne sono stato un fautore, così come da tempo chiedo invano che anche gli altri impianti sportivi siano gestiti con trasparenza ed efficienza. E però il bando è risultato un flop. La mancanza di visione politica e la totale assenza di una programmazione hanno trasformato il bando in una mera questione amministrativa piuttosto che in un’occasione di rilancio e di sviluppo. Ma tant’è. Questo ha comportato che non è stata espressa alcuna capacità attrattiva nei confronti di imprenditori nazionali e internazionali e che vi partecipasse una sola società. Deludente ma legittimo”.

Santoro, Limatola e Cosenza
Il consigliere del Fc Messina Carmelo Santoro, il delegato Leonardo Limatola e il vicepresidente Santi Cosenza

L’unica offerta è stata invece presentata dal Fc Messina e da investitori disposti a stanziare oltre 140 milioni di euro in cambio di una concessione della struttura di 99 anni. “Però, da fonti giornalistiche, sembrerebbe che l’offerta presentata sia di quelle importanti, per le risorse finanziarie da impegnare e per la durata della concessione richiesta. Ne siamo davvero lieti se può rappresentare una chance di riqualificazione dello stadio e dell’area circostante, aggiunge Rizzo. 

“Tuttavia, concluso (a quanto pare) il lavoro della commissione Urega sembra essere calata una inquietante cappa di silenzio sulla intera questione. Eppure, l’importanza del bene comunale che dovrebbe essere concesso in gestione, la durata della concessione richiesta, la mole di risorse finanziarie necessaria, i riflessi di natura sportiva che ne potrebbero derivare imporrebbe di accendere i fari sulla tematica, nel nome di una massima trasparenza”.

manto erboso
Una visione d’insieme del “Franco Scoglio” (foto Vincenzo Nicita Mauro)

Il consigliere chiede risposte dopo che i tecnici chiamati a valutare le carte hanno dato il loro ok all’unico, articolato, progetto presentato a Palazzo Zanca: “Ovviamente, ed è persino superfluo precisarlo, nulla contro la società che sta esercitando un proprio diritto e che, anzi, con le necessarie garanzie, potrebbe offrire un’occasione di rilancio e di investimenti sul nostro territorio. Il tema è un altro. C’è un’intera comunità sportiva (e non solo) che pretende di conoscere tutti i dettagli dell’operazione. E legittimamente. Il futuro di un impianto sportivo pubblico così importante non può essere deciso (col massimo rispetto) soltanto da una commissione tecnica. Chi amministra una città ha il dovere di chiedere tutte le garanzie indispensabili e predisporre gli strumenti contrattuali a tutela dell’interesse pubblico. Si impegna la gestione di uno stadio per le prossime generazioni e per i prossimi decenni: la città ha il diritto di conoscere tutti i dettagli? La risposta, a me, appare scontata. Ricordo che all’altare dell’affidamento ai privati è stata sacrificata la stagione dei grandi eventi e i concerti, concluse le restrizioni dovute all’epidemia, si terranno in un’altra città. La miopia amministrativa ha già causato questo gravissimo danno, economico e di immagine”.

Antonio Amato
Il presidente della Commissione nominata dall’Urega Antonio Amato

Rizzo conclude invocando trasparenza da parte del Comune e della società: “Su una vicenda così complessa e importante, il palazzo deve essere ancora più trasparente, senza scaricabarile di puro burocratismo. Peraltro, da sempre, Palazzo Zanca in tema di gestione di impianti sportivi non è che brilli per capacità amministrativa… Ci attendiamo, insomma, una presentazione pubblica dell’offerta che la società ha avanzato, dei suoi progetti, delle sue idee e delle necessarie garanzie. E di comprendere il punto di incontro e di condivisione tra il legittimo interesse privato e quello pubblico. E tutto ciò prima che l’iter sia formalmente concluso… Attenderò il tempo necessario, convinto che ciò avverrà. Altrimenti eserciterò le funzioni di controllo che la legge mi attribuisce”. 

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