“Nel calcio non s’improvvisa niente e gli errori si pagano. Noi abbiamo pagato il girone d’andata disastroso con soli 5 punti, frutto di una campagna acquisti sbagliata con l’inserimento di elementi non adatti alla nostra società”. Un Massimo De Domenico molto sereno, oltre che sempre disponibile com’è suo costume, accetta molto volentieri di soffermarsi sulle cause che hanno determinato la retrocessione del Riviera Messina Nord in Prima Categoria, dopo due anni di permanenza in Promozione. Un evento materializzatosi a seguito della matematica sconfitta interna di sabato scorso per mano della Castelbuonese, al termine di un cammino assai tormentato con l’alternanza di ben 3 allenatori (Naccari, Saglimbeni e Tomarchio), e tra un tecnico e l’altro anche la coppia interna composta da Sandro De Domenico e Giacomo Salpietro.
Il presidente non si sottrae all’autocritica: “Nel calcio non si può tornare indietro. Abbiamo snaturato il progetto iniziale, la forza del Riviera erano infatti la coesione e l’amicizia. Perdendo queste caratteristiche abbiamo smarrito la nostra compattezza. Nel calcio come nella vita ogni cosa ha un inizio ed ha anche una fine”.
Lei qualche mese fa ha scritto al presidente regionale Figc Morgana attaccando apertamente gli arbitraggi e preannunciando la volontà di passare la mano a fine stagione. Da allora è cambiato qualcosa? Quanto ha influito la classe arbitrale sulle vostre traversie?
“Premetto che la componente arbitrale ha inciso in minima parte sulla nostra retrocessione: quasi tutte le responsabilità sono nostre, per via di una campagna acquisti estiva errata e completamente priva di qualunque filosofia calcistica. Detto questo, purtroppo, non c’è dubbio che il livello generale degli arbitri siciliani rimane scadente: noi come Riviera continuiamo a scontarlo, anche a livello di settore giovanile”.
Il Riviera rappresenta comunque una società sana, in un calcio dilettantistico siciliano che negli ultimi anni ha visto sempre più assottigliarsi il numero di formazioni ai nastri di partenza. E se la prossima estate si presentasse l’opportunità di un “ritorno” in Promozione?
“Il Riviera sarà comunque in grado di andare avanti alla grande, con o senza di me. A fine stagione valuterò, infatti, la mia voglia di continuare a fare calcio. A livello di Figc si stanno perdendo di vista i veri valori dello sport e questo non è il calcio che piace a me. Mi sto rendendo conto di essere l’unico a pensarla così, e quindi c’è qualcosa che non va. Se non ci creeranno le giuste condizioni, banchetto non ne farò piu à nessuno. In tal caso sarebbe molto meglio Sky”.
Restate comunque una società il cui fiore all’occhiello è il settore giovanile.
“Sabato scorso, contro la Castelbuonese seconda forza del campionato e che probabilmente andrà a spareggiare con lo Sporting Taormina, abbiamo schierato ben 6 juniores nell’undici iniziale: Sanfilippo, Panetta, Vento, Alessi, Alessio, Manciagli. Malgrado ciò la nostra sconfitta è stata immeritata e non si è affatto vista la differenza di classifica. Questo a conferma del fatto che con i grandi nomi non si fa calcio. Se invece punti sui giovani può succedere che retrocedi, ma i bilanci sono sani e soprattutto raccogli grandi soddisfazioni”.