Nella terza edizione di “The best coach”, organizzata dalla sezione AIAC di Messina, è stato insignito del premio alla carriera. Nino Rinaldi, tra gli allenatori protagonisti della kermesse andata in scena a Santo Stefano di Camastra, ha ricevuto il riconoscimento dopo le tante esperienze vissute da tecnico di calcio a 5 in Sicilia e Calabria ed al termine di una stagione che l’ha visto grande protagonista in Serie A2 alla guida dell’Augusta. “Mi è stato conferito un premio alla carriera, che penso giunga a coronamento di grandi sacrifici. Prima di allenare ho giocato molti anni, sia a calcio a 11 che a calcio a 5 e poi, da 13 anni a questa parte, ho intrapreso la mia esperienza in panchina. Ho scalato tutte le categorie, vincendo in Sicilia tutti i campionati regionali e avendo fatto molto bene, anche dalla Calabria, in quelli nazionali. Sono entusiasta di quest’anno e nei fatti abbiamo vinto i playoff. Purtroppo delle vicende extracalcistiche che il CONI sta giudicando ci impediscono, almeno per ora, di ritrovarci in A1. Questo primo anno in A2 con l’Augusta, ovvero la società più antica e blasonata d’Italia, è stato meraviglioso”.
Il riferimento è al caos legato alla finale di ritorno dei playoff tra Augusta e Carlisport Cogianco – prima non giocata a Roma per problemi legati all’impianto che avevano lasciato presagire la vittoria a tavolino per i siciliani e poi fatta incredibilmente disputare ad oltre un mese di distanza – che ha almeno momentaneamente deciso il discorso promozione in favore dei laziali. Quanto amaro in bocca le ha lasciato? “Ritengo che tutto ciò che non riguardi il campo non sia di mia competenza. Nella partita d’andata, con una squadra composta da ragazzi e partita per salvarsi, avevamo letteralmente asfaltato una corazzata, composta più o meno di nove giocatori che hanno disputato molti campionati di A1. Abbiamo meritatamente vinto 4-1, mentre al ritorno, per un problema di inagibilità, studiato di certo a tavolino dalla Cogianco, è successo qualcosa di surreale, oltre che vergognoso. E’ anche molto triste che nello sport si verifichino ancora queste cose. Adesso il CONI cercherà di fare chiarezza e speriamo che ci restituisca ciò che sul campo abbiamo guadagnato”.
L’Augusta è una società che vanta una grande tradizione nel movimento e Rinaldi non ha dubbi circa il suo futuro: “Sì, resterò sicuramente. Pur avendo avuto altre richieste in serie A1 ho deciso di rimanere perché mi sono trovato benissimo e comunque la piazza ha risposto alla grande. I tifosi sono tornati al PalaJonio come ai vecchi tempi, abbiamo condensato intorno a noi un grande entusiasmo e quindi l’obiettivo è, sia in caso di A1 che di A2, continuare a far bene in una piazza storica”.
Quali solo gli obiettivi futuri a livello personale? “Spero personalmente, anche se sul campo ce l’ho già fatta, di approdare in A1. Allora potrò dire di aver allenato in tutte le categorie. Sono orgoglioso anche di aver conseguito il patentino di primo livello a Coverciano. Sia sotto il profilo sportivo che anche sotto quello umano direi che sono pienamente soddisfatto. Naturalmente cercherò di migliorarmi sempre più”.
In questi anni ha puntato a livello offensivo sull’impiego frequente del portiere di movimento. Quanto ha lavorato su questo tipo di schemi e come i giocatori riescono ad adattarsi? “Ho lavorato sia in C1 che in B che in A con questo sistema di gioco, che comunque non è facile da attuare, ma che con le giuste motivazioni ed i giusti accorgimenti ha dato grandissimi frutti. Considerato che in serie A ci si allena tutti i giorni, spesso anche due volte al giorno, che ho anche la fortuna di allenare dei professionisti, spesso italo-brasiliani, tutto è risultato più agevole. Il lavoro è stato tanto e deve comunque essere ancora tanto”.
In Serie A2, oltre all’Augusta, nell’ultimo torneo c’erano anche Acireale e Catania. Che momento è, in generale, per il futsal siciliano? “Il futsal siciliano esprime sempre grandi individualità e delle società che, come l’Augusta, non hanno bisogno di presentazioni. L’Acireale è una bella realtà, con un ottimo settore giovanile e scudetti vinti con le sue formazioni in questo ambito, mentre il Catania, che quest’anno aveva una squadra molto forte, ha forse deluso un po’, ma resta una società sana e solida, che in futuro farà parlare di sé. Quanto all’Augusta è da 30 anni in primo piano. E’ l’unica squadra siciliana riuscita nell’impresa di 19 anni consecutivi in A1. Regge ancora nonostante la crisi generale, amplificata nello sport e ciò vuol dire che il lavoro del presidente Santanello è sempre stato eccezionale”.
A breve Rinaldi partirà per il Brasile, dove andrà a caccia di talenti. “Io e la società, nella persona del direttore, andremo in Brasile a visionare dei ragazzi che ci sono stati segnalati. Staremo quindici giorni per conoscere qualche talento italo-brasiliano da portare nel nostro Paese. L’obiettivo di questa spedizione è dare maggiore vivacità e qualità al nostro movimento. Andiamo in Brasile per lavorare e cercare di puntellare l’organico in vista della prossima stagione”.