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Rimpianti e convinzioni: ecco cosa ha lasciato il derby del “Massimino”

Dopo il derby del “Massimino” il Messina deve fare i conti con un mix di rimpianti e buoni segnali che devono far riflettere ma allo stesso tempo ben sperare. Partiamo dai primi. E’ innegabile che la direzione di gara di Piccinini di Forlì non sia piaciuta. Dal rigore generoso concesso a Calil, alla distribuzione dei gialli, fino all’interpretazione diversa di episodi simili, sono tante le decisioni prese dal fischietto romagnolo ad aver lasciato l’amaro in bocca tra gli ospiti.

Giorgione prova la botta da fuori area (foto Chillemi)

Poi ci sono pure gli altri episodi, quelli in cui il Messina deve recitare il mea culpa, a partire dall’errore banale di Martinelli in occasione del rigore, fino al modo in cui è stato subìto il gol del definitivo 2-1 da parte di Russotto, arrivato in contropiede a 10 minuti dal termine. Dall’altra parte è pure innegabile che il Messina ha perso un’occasione storica (la vittoria in terra etnea manca dalla stagione 1953-54), per aver affrontato un Catania spaesato ed impaurito in un derby in cui il fattore campo non si è quasi mai avvertito, a causa delle scarse presenze e di una Curva nord vuota per la contestazione nei confronti della società rossoazzurra.

Accantonati gli aspetti negativi, non si può negare che per 70 minuti buoni su 90 se c’è stata una squadra che ha giocato a calcio era proprio il Messina. Anche in un primo tempo dominato dalla noia, spezzata solo dall’episodio del penalty, la squadra di Lello Di Napoli ha tenuto bene il campo cercando sempre di fare la partita, con l’atteggiamento sbarazzino di chi ha interpretato questo derby forte dei suoi 40 punti in classifica.

Meno incisivo del solito Tavares, qui marcato da Di Cecco (foto Chillemi)

L’infortunio di Barilaro a metà ripresa e la sostituzione forzata di Baccolo non hanno certamente aiutato il tecnico giallorosso, che in quel momento stava legittimamente pensando al colpaccio, visto che tra il pareggio di Gustavo e il gol partita di Russotto il Messina aveva dato l’impressione di poter puntare al bersaglio grosso. Alla fine ha prevalso la forza della disperazione degli etnei, che si sono aggrappati a quegli elementi dotati di maggior esperienza come Calil e Russotto. Ed è proprio l’esperienza che in certe situazioni ti permette di ottenere più di quanto si meriti, a fare da ago della bilancia tra una vittoria ed una sconfitta.

Antonio Macauda

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