Il tecnico del Fc Messina Pino Rigoli è intervenuto nel corso dell’approfondimento che l’emittente televisiva nazionale Sportitalia dedica alla serie D, in un momento particolare per il suo club: “Per riuscire ad imporsi so per esperienza diretta che serve avere in primis una società seria alle spalle, oltre a calciatori propensi al sacrificio, che non si disuniscano. In più tutte le componenti devono viaggiare compatte e avere un pizzico di fortuna, che serve sempre. I rinvii all’inizio non sono stati presi bene perché si voleva giocare ma poi bisogna considerare che principalmente conta la salute dei giocatori. Le squadre hanno contagi e non si può rischiare la salute di tutto il gruppo e di chi ruota attorno a questo mondo”.
L’ex allenatore del Catania ha commentato i vincoli regolamentari, manifestando qualche perplessità: “Il ruolo dell’allenatore è complicato, meno se hai rose qualitative di 22 o 23 giocatori. Secondo me la regola degli under va rivista nella sua interezza: trovarne capaci e pronti in D non è facile, ma mi ritengo fortunato perché ho in organico elementi interessanti. Ridurre però solo a quattro finestre il loro utilizzo è sbagliato. Non si deve limitare il numero di giovani ma, al contrario, ridurre quello degli over 30 o 32 a un numero di quattro. Lo ritengo importante perché penso a tanti giovani ’98 o ’97, che sono tagliati fuori, ma hanno necessità di giocare con continuità per maturare compiutamente”.
Calciatori che hanno poco più di vent’anni e rischiano di chiudere la carriera con largo anticipo: “Nel Fc ho fatto giocare spesso più di quattro under per esigenze ma queste regole così come sono ideate possono facilmente spingere un ragazzo a smettere di giocare. Spesso non si fa affidamento su giovani di valore ed è sbagliato. Noi abbiamo un ’98 come Bevis, che gioca stabilmente titolare perché ha grosse qualità e sono sicuro che in futuro appena completerà il proprio percorso di maturazione giocherà stabilmente ai piani superiori. Deve però migliorare dal punto di vista realizzativo rispetto a quanto produce. Tra gli elementi di prospettiva inserisco Silenzi e il nostro Ricossa , che per le sue qualità tecniche il prossimo anno sarà pronto per la serie C”.
Rigoli aveva già guidato under di prospettiva, che hanno compiuto il grande salto tra i cadetti: “Come giovani di valore che ho allenato durante la mia carriera ricordo il catanese Andrea Di Grazia, che ha collezionato una decina di presenze in B con il Pescara e ha indiscutibili qualità e capacità tecniche. Con me a Catania stava facendo molto bene, aveva anche segnato cinque gol, ma poi ha pagato dinamiche extra dettate dai procuratori. Ad inizio carriera a Cosenza avevo allenato anche Francesco De Rose, appena passato dalla Reggina al Palermo, che ha superato le 400 gare in carriera”.
Il tecnico del Fc Messina vede quattro formazioni davanti alle altre: “Il girone I di quest’anno ha qualcosa in meno rispetto alla serie D disputata sei anni fa ad Agrigento. Magari nelle prime cinque squadre no, ma nelle altre sicuramente sì. Con l’Acireale sicuramente sarebbe stata una gara di primissimo livello, perché entrambe hanno l’obiettivo della vittoria del campionato e giocano a calcio per superarsi reciprocamente. Hanno rinforzato il progetto tecnico, già ben avviato lo scorso anno. L’Acr Messina per me è la squadra più completa e competitiva, partita fin dal ritiro con lo stesso staff. Ha grande continuità perché non si è mai fermata: ciò ti consente di avere la condizione tecnica, tattica e mentale ideale. A me ha fatto un’ottima impressione anche il Santa Maria Cilento, che può fare affidamento sul tecnico rivelazione, ottimi giocatori e ha una società solida alle spalle”.