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Rigoli: “Determinanti intensità e sacrificio. La società asseconda le mie idee”

Il tecnico del Fc Messina Pino Rigoli è intervenuto a “Radio Doc”, per fare il punto della situazione dopo il successo nel derby con l’Acr: “Dobbiamo sempre rimanere freddi, anche nelle sconfitte. Ovviamente le vittorie aiutano a lavorare meglio e affrontare la settimana in una condizione migliore. Abbiamo vinto soltanto una partita, ne restano tante e saranno tutte difficili. Non abbiamo ancora fatto nulla”.

Addessi
Addessi rincorre Dambros

Il dualismo con la società di Sciotto paradossalmente disperde energie, potenziali sponsor e pubblico: “In città si vivono due realtà e non possiamo avere la spinta che tutta la Messina sportiva ci può dare. Spero per il bene della tifoseria e il futuro calcistico che sia soltanto una alla fine a poter rappresentare l’intera città. Ovviamente lavoro per il Fc e ritengo che ci siano tutti i presupposti per fare bene”.

Arcidiacono e compagni hanno contestato oltremodo la direzione arbitrale: “Abbiamo vinto per l’episodio determinante all’inizio, anche se siamo stati meno qualitativi nel gioco, loro hanno fatto di più. Anche se per me l’organizzazione e la tattica sono fondamentali, siamo riusciti a fare esprimere l’Acr al di sotto dei suoi soliti standard di rendimento. Loro per me ad oggi sono l’organico più forte del girone. Con noi, Cittanova e Acireale si giocheranno il torneo, anche se qualche sorpresa è sempre possibile”.

Coria e Rigoli
L’argentino Coria e il tecnico Rigoli

Dal match sono arrivate comunque indicazioni importanti sul piano della tenuta difensiva e dello spirito di gruppo: “Secondo me i derby non si giocano, ma si vincono. Siamo stati determinati e predisposti al sacrificio. Ritengo che per grinta e intensità abbiamo vinto noi la sfida. Per vincere le gare bisogna giocare bene ma ci sono partite in cui contano di più sistema e strategie. Penso anche all’occasione di Mukiele”.

Barcos e Agnelli dovrebbero consentire di colmare le lacune esistenti dalla cintola in su: “Non abbiamo risolto tutti i problemi. Ho chiesto interventi di mercato alla società perché Messina merita una squadra importante, che possa tornare nel professionismo. Dopo Palermo e Catania è la terza città siciliana più grande e non può restare a lungo in D, anche per rappresentare la provincia”. 

Caballero
Caballero celebrato dopo il gol partita

La trattativa è stata definita in pochi giorni: “Ho accettato un contratto di otto mesi perché è Messina, altrimenti avrei atteso proposte dalla Lega Pro e rifiutato la D perché so quanto è difficile salire in C. Ho parlato con il presidente Arena, ho conosciuto Rizzieri e Grabinski: mi hanno proposto un progetto ambizioso ma per primeggiare ho detto che mancava qualcosa. Vedo che la società asseconda le mie idee. Abbiamo un obiettivo comune: la vittoria del campionato. Venire qui era una mia ambizione, per la simpatia per la squadra della provincia in cui sono nato, ma non lo dico per accattivarmi il favore delle persone ma perché lo sento realmente”.

Per Rigoli il calcio deve resistere alla minaccia del Covid: “Deve andare avanti, servono regole rigide e noi ogni settimana facciamo il tampone. Cerchiamo di rispettare al 110% i protocolli, come già ho fatto lo scorso anno in C. Attorno al calcio vivono tante famiglie, così come nella ristorazione. Non sono questi due mondi che creano il contagio, non vanno fermati perché altrimenti si rischia di morire di altro, oltre che di Coronavirus, anche perché purtroppo le altre patologie continuano a colpire”. 

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