Un inizio di campionato stentato, poi il cambio di guida tecnica e il mercato invernale che ha permesso di sfoltire l’organico. L’Atletico Messina ora viaggia spedito nelle zone altissime del campionato di Prima categoria, forte del secondo posto raggiunto lo scorso weekend grazie alla vittoria ottenuta in casa contro lo Zafferana e la concomitante sconfitta esterna del Calatabiano sul campo della Duilia.
Ha parlato del momento della squadra biancoazzurra il direttore sportivo Emanuele Rigano, ai microfoni dell’ufficio stampa: “Siamo felici dell’attuale posizione di classifica, abbiamo qualche rimpianto rispetto ad alcuni punti persi per strada ma per come sono andate le cose probabilmente meritiamo di stare dove ci troviamo oggi – ha esordito –. Sono stato chiamato a dare una mano dopo che erano stati scelti i fratelli Libro, con loro si era creato un buon rapporto e ho cercato di dare il massimo, li ringrazio per quello che ci hanno dato. La società non era contenta della gestione del gruppo e si aspettava ovviamente qualcosa in più sul piano dei risultati, si è giunti così alla divisione”.
“Non mi tiro indietro davanti alle responsabilità e mi ero messo in discussione anch’io, perché probabilmente in quella fase non ero riuscito a trasmettere la giusta mentalità, garantendo l’ordine necessario affinché in campo si potesse pensare solo a giocare, divertirsi e conquistare punti – ha proseguito Rigano -. Tra diversi nomi venuti fuori dopo la rescissione abbiamo pensato che Nino Naccari con la sua esperienza e il carisma affiancato a Nino Caminiti, che è giovane ma ha buone idee e conosce a memoria l’ambiente Atletico, potessero rappresentare ciò che ci serviva. Al momento i fatti ci hanno dato ragione, speriamo di continuare così”.
Sotto la gestione Caminiti-Naccari in effetti sono arrivati solo risultati positivi. Credete ancora nel primo posto? “Adesso abbiamo trovato un buon equilibrio tra squadra, staff e società, questo si vede anche nelle partite. Sostengo che in campo non porti solo i valori tecnici ma anche ciò che fai durante la settimana, come ti alleni, l’organizzazione, gli umori, le certezze, gli stimoli e molto altro. Il rapporto è schietto, si sta bene insieme ma c’è il rispetto dei ruoli. Dare qualcosa in più ognuno nel proprio piccolo è la chiave per potere pensare a qualcosa di importante. Non pensiamo troppo al primo posto ma crediamo nell’obiettivo finale e sappiamo di avere le carte in regola per arrivare in Promozione, non importa attraverso quale strada”.
Domenica ci sarà lo scontro diretto contro la capolista, ancora imbattuta, Valdinisi. “Sono certo che indipendentemente da chi scenderà in campo l’Atletico farà la sua partita dimostrando che i quattro gol di divario dell’andata erano troppi. Il Valdinisi è una società organizzata, ha una squadra davvero forte con calciatori di livello soprattutto in attacco, ma personalmente i nostri leoni non li cambierei con nessuno. Crediamo in loro, mi piacerebbe nominarli uno ad uno ma gli elogi servono a poco dobbiamo dimostrare di essere all’altezza dei traguardi che vogliamo raggiungere”.
A dicembre è stata portata avanti un’autentica rivoluzione nell’organico. “Alcune uscite sono state naturali, dei ragazzi avevano bisogno di trovare più spazio, in altri casi hanno inciso i paletti imposti dai nostri allenatori. Soggettivamente mi dispiace molto che non siano più con noi alcuni ragazzi come Tavilla, Siano o Bonaccorso. Ma allo stesso tempo sono molto contento che abbiano deciso di restare calciatori che avevano ricevuto offerte allettanti anche da categorie superiori, ci tengono alla maglia e hanno compreso il percorso progettuale che tra mille difficoltà si sta cercando di portare avanti. Sono pronti a dare battaglia con il giusto atteggiamento, questo è fondamentale. Abbiamo messo nel motore Bonamonte, Saporoso e Futia, questi ultimi non sono ancora purtroppo riusciti a dare il contributo che avrebbero voluto e ci aspettavamo. Faremo ancora qualcosa tra gli svincolati”. Nello specifico, è stato appena ufficializzato il ritorno dell’esterno offensivo scuola Città di Messina, Francesco Di Stefano, classe 1999. Mentre ha già esordito il gambiano classe 2000, Ousman Sowe.
Anche la società sta cercando di strutturarsi guardando alle sfide del futuro con ottimismo: “Se ragioniamo con ambizione non siamo ancora al top sotto alcuni punti di vista, questo lo sappiamo, ma riconoscere una lacuna è il primo passo per superarla. C’è un confronto costante e diretto con i dirigenti, al presidente Paolo Barbera e al direttore generale Pierluigi Parisi posso dire poco, ma tutti stanno facendo sacrifici per provare a non fare mancare niente alla squadra. Ognuno dei componenti dello staff cerca di dare il massimo, sappiamo che bisogna crescere e strutturarci meglio a partire dalle piccole cose. Ma l’ambiente familiare permette di superare le avversità”.
Dopo un avvio difficoltoso anche Calcio a 5 e Juniores stanno crescendo: “Pure nel futsal è stato necessario qualche cambiamento doloroso, nell’ultimo turno è arrivata una sconfitta però la squadra adesso ha assunto una propria fisionomia e prima era arrivata la bella vittoria con il Camaro. I playoff sono distanti quattro punti e non crederci sarebbe un peccato, però ciò che ci preme è anche sostenere Gaetano Alessandro e la Nazionale Donatori Organi, perché il progetto Calcio a 5 per noi è anche solidarietà. Per quanto concerne la Juniores, siamo partiti da zero e con l’handicap di avere costruito l’organico in ritardo, con tanti innesti piazzati in corso d’opera. Fabrizio Bertè coadiuvato da Luca Belfiore sta lavorando sodo con i ragazzi e oggi possiamo dire finalmente di avere delle certezze ed una solidità. Crediamo molto nei giovani che fanno parte della rosa, possiamo ancora toglierci delle belle soddisfazioni”.