Messina-Reggina, storie di bomber. Chi ha messo la firma nel derby dello Stretto non può dimenticare le emozioni provate quel giorno. A partire da Totò Schillaci, autore di una doppietta nel campionato di B 1988-1989, quando divenne capocannoniere sotto la gestione Zeman: “I derby sono impossibili da dimenticare, anche per l’atmosfera che si respirava allo stadio. Ricordo quella partita e la mia doppietta contro la Reggina che lottava per la promozione in Serie A. Fu un’emozione grandissima vedere tutti i tifosi esultare”. Finì 2-1 per il Messina e la Reggina vide sfumare la promozione allo spareggio con la Cremonese.
A ricevere il testimone da Schillaci fu Igor Protti che decise un derby in trasferta e colpì gli amaranto anche al “Celeste”. “Ne ho giocati in totale quattro, vincendone due. Il 2-0 del 1990? Cambiaghi aprì le marcature e poi feci io il gol del raddoppio in tuffo di testa, su cross di Traini, proprio sotto la Sud. Ma era tutto lo stadio a trascinarci all’epoca, non soltanto la curva. Un ambiente davvero fantastico, a Messina ho vissuto tre anni meravigliosi”.
Reggina lanciata verso la promozione in A nel 2002, ma sconfitta al “Celeste” di misura dal Messina grazie ad una prodezza di Denis Godeas: “Quel giorno sfruttai uno splendido assist di Iannuzzi – il racconto dell’ariete di Cormons – spedendo la palla nell’angolino. Un’azione riuscita nel migliore dei modi. Le sfide più sentite, anche a distanza di anni, ti lasciano sempre qualcosa di speciale. E dire che prima di quel match l’allenatore Arrigoni mi aveva pungolato a dovere, ricordandomi che non segnavo da un po’ di turni. Andò davvero bene, perché giocammo la partita perfetta. La Reggina in quella stagione era più forte di noi, ma in un derby può sempre accadere di tutto”.
Nel 2004-05 il primo derby in Serie A. Bonazzoli illude la squadra di Mazzarri, nella ripresa Zampagna e Di Napoli ribaltano tutto, per il 2-1 dei giallorossi: “Avevo tanta voglia di buttare dentro quella palla, ho calciato con grande cattiveria e ho avuto un pizzico di fortuna, in quanto c’è stato l’errore commesso dal portiere. Sono contento che sia andata così, anche per i tifosi” ha ricordato Re Riccardo, a segno su calcio di punizione dal limite. “Fu una gioia indescrivibile – il pensiero di Re Artù, in gol di testa su assist di Yanagisawa – presi anche una testata nell’esultanza con il tifoso che mi abbracciava dalla tribuna e cominciai a sanguinare. La città ci teneva tanto al derby e quel giorno gli regalammo una grossa soddisfazione”.
Nel settembre 2006, sempre in massima serie, il successo per 2-0 con un doppio Riganò. Sembrava il preludio ad una stagione memorabile, finita invece con una mesta retrocessione. “Un’emozione incredibile, un ricordo bellissimo: l’abbraccio dei tifosi a fine gara, lo stadio in festa, un’atmosfera fantastica. – raccontava a GianlucaDiMarzio.com l’attaccante di Lipari –Tornato a casa accesi il cellulare: sms, chiamate un po’ da tutti. Anche quella di mia madre, che non segue in genere il calcio, ma aveva capito che quella sera avevo fatto qualcosa di importante. Certo, con il senno di poi avrei barattato quella vittoria con la salvezza”.
Nel gennaio 2015, in Lega Pro, il 4-1 inflitto agli amaranto è finito negli annali soprattutto per il selfie sotto la curva di Amato Ciciretti (oggi protagonista in B al Benevento), a celebrare una spettacolare realizzazione: “Avevo preparato l’esultanza con Berardi, il mio compagno di stanza. Una rete importante per me e per la squadra, peraltro sotto la curva Sud. Era già dalla prima partita con il Messina che sognavo di andare a segno in questo modo ed il primo gol è arrivato contro la Reggina, nel derby, davanti ad una grande cornice di pubblico. E’ stato tutto bello, i tifosi sono stati davvero fantastici ad incitarci per 90 minuti”. Sul tabellino anche Luca Orlando, già match-winner all’andata e autore del raddoppio al “San Filippo”: “Alla vigilia del match il mister Grassadonia mi aveva detto che avrei fatto gol colpendo sul secondo palo e che gli avrei dovuto offrire una cena…”.