L’estate calcistica a Messina regala sempre qualche giallo, e il riferimento non è soltanto al nuovo colore del manto erboso del “Franco Scoglio”. Non si riesce infatti a capire perché la centralina che regola il funzionamento dell’impianto di irrigazione non abbia più funzionato a dovere.
A fine maggio, dopo dieci mesi, è scaduto il contratto tra l’Acr Messina e la “Idea Prato” di Barcellona Pozzo di Gotto, la società di Franco Ilacqua che ha curato, con risultati soddisfacenti, la tenuta del fondo di gara.
In quell’occasione è stata smontata la centralina di proprietà della ditta e, per assicurare il mantenimento delle condizioni minime del fondo di gara, programmata l’irrigazione notturna con la centralina di cui era già dotata la struttura.
Una precauzione necessaria, dal momento che il campo non sarebbe stato più presidiato quotidianamente, come era accaduto durante l’anno.
Secondo la “Idea Prato” la strumentazione era perfettamente operativa e non a caso almeno fino a metà giugno le condizioni del manto erboso erano sembrate soddisfacenti.
Ma qualcosa è accaduto negli ultimi dieci giorni, nei quali l’erba è rimasta letteralmente a secco, con il primo caldo che ha letteralmente bruciato il manto erboso. Non si riesce a capire se abbia pesato un’interruzione dell’energia elettrica e la centralina è andata in blocco, o – fatto ancora più grave – se la centralina è stata manomessa.
Da due giorni l’irrigazione è stata riavviata manualmente, con maestranze incaricate dal club. Da verificare se l’erba, che cresce su un fondo in sabbia e non su terra ed è ovviamente priva di radici sufficientemente profonde, potrà ancora riprendersi o dovranno invece essere effettuate una nuova semina e interventi fungicidi volti ad eliminare i parassiti, con i conseguenti aggravi di costi e soprattutto di tempi (due mesi, secondo le previsioni più pessimistiche).
Grande amarezza è stata espressa dalla proprietà dell’Acr, che nel corso dei dieci mesi precedenti aveva regolarmente onorato il contratto di manutenzione del manto erboso e sostenuto spese complessive allo stadio che secondo una stima del club sfiorerebbero i 50mila euro.
Non si è tenuto invece il programmato sopralluogo da parte dell’assessore allo sport Giuseppe Scattareggia e di un consulente di fiducia del Comune, che sono rimasti all’esterno dello stadio, dal momento che non era presente il custode che avrebbe dovuto aprirlo.
Al netto delle valutazioni dell’agronomo, resta il danno d’immagine. Proprio nelle ore in cui il “Franco Scoglio” finisce sulla Gazzetta Ufficiale Europea, il principale impianto sportivo della città mostra un fondo simile a quello delle spiagge di Dubai. Forse un disperato tentativo per attrarre quello sceicco che la Messina calcistica sogna invano da dieci anni.