Il ritorno di una big del calcio italiano alle nostre latitudini come un vero e proprio evento. L’Inter a Reggio per l’amichevole di lusso pre-natalizia tra le squadre allenate dai fratelli Inzaghi (Pippo e Simone) ed è stato esodo dalla Calabria e dalla vicina Sicilia. Oltre 15.000 gli spettatori giovedì pomeriggio al “Granillo”, per il comprensibile entusiasmo dei tifosi amaranto, degli appassionati di ogni genere ma anche dei numerosi supporters nerazzurri sparsi per l’isola che non hanno voluto mancare all’appuntamento. Dall’Inter Club “Giacinto Facchetti” di Messina allo “Javier Zanetti 4” con sede a Falcone, solo per citarne un paio.
Un test utile a Barella e compagni per mettere minuti nelle gambe in vista dell’imminente ripresa del massimo campionato, fissata per il 4 gennaio, dopo il lungo ed inedito stop per i Mondiali. I gol nel finale di Dzeko e Lukaku sono valsi il 2-0 di marca nerazzurra, dopo un primo tempo nel quale i padroni di casa avevano tenuto brillantemente testa agli avversari impegnando Onana. Un regalo alla città ed una vetrina prestigiosa per la Reggina, seconda in classifica in B e più che mai in lizza per la promozione in A, ma ancora attesa da un ultimo impegno nel torneo cadetto in questo 2022, ad Ascoli per il “Boxing Day”.
Dall’altra parte dello Stretto si sogna decisamente ad occhi aperti. Il nuovo patron Felice Saladini ha rilevato la società in estate da Luca Gallo e, nonostante una situazione debitoria tutt’altro che agevole, ha subito regalato entusiasmo e risultati alla piazza, puntando su un grande nome in panchina: Filippo Inzaghi. Trentatré punti in 18 giornate, -3 dalla capolista Frosinone, in un torneo con tante blasonate come non accadeva da anni. La capillare organizzazione del club, a tutti i livelli, dall’aspetto sportivo a quello comunicativo, può fare la differenza e i nove anni di A sotto la presidenza Foti hanno evidentemente lasciato il segno. La D vissuta nel 2015 è un lontanissimo ricordo. Chapeau.
Il Catania, che non poté nemmeno concludere il campionato scorso di C, è risorto dopo il fallimento con il nuovo corso dell’italo-australiano Ross Pelligra e sta letteralmente dominando il girone I di Serie D (+10 sul Locri), categoria che mai, in tempi recenti, il Messina è riuscito a vincere al primo atto bruciando così le tappe. Gli etnei possono invece già pianificare il ritorno tra i professionisti.
Anche il Palermo ha conosciuto l’onta del dilettantismo dopo la grande gestione Zamparini (12 stagioni in A), apice la partecipazione ad una finale di Coppa Italia e le svariate qualificazioni alle coppe europee. Nel 2019 la Serie D e un campionato stravinto, al di là dell’interruzione per il Covid. E nel 2022 è arrivata anche la gioia della promozione in B tramite playoff, seguita dal passaggio al City Football Group che ha rilevato la quota di maggioranza del club rosanero dando ben altro respiro al progetto.
E il Messina? Le doppie dimissioni presentate da ds e allenatore nell’immediata vigilia della delicata gara di Crotone fotografano il momento attuale, perfettamente descritto peraltro dal desolante ultimo posto in classifica. Serve un netto cambio di marcia dopo i sei anni della presidenza di Pietro Sciotto con l’unico raggio di luce originato dalla promozione in C ottenuta nel 2021 (al quarto tentativo).
Mancano l’interesse nei confronti del calcio a Messina e un progetto duraturo che, con i dovuti investimenti, possa dare stabilità e rilanciare in maniera seria le ambizioni della squadra peloritana. Mancano lo stadio che ribolle d’entusiasmo per una partita, i temi caratteristici della domenica e anche i derby dello Stretto o le affascinanti sfide con le altre big siciliane. I gol decisivi e le gare da ricordare. Ciò che alimenta insomma i sogni di ogni tifoso, per una passione da tramandare di generazione in generazione.
A giugno le voci circa un’amichevole estiva di rilievo al “Franco Scoglio”, proprio con l’Inter che sarebbe stata protagonista, si sono immediatamente spente. Anche senza il Messina in campo, ma con una formazione estera a sfidare i nerazzurri, avrebbe rappresentato una buona vetrina calcisticamente parlando e non solo. Invece nulla di tutto questo. Che il 2023 possa essere l’anno della svolta, attesa ormai da troppo tempo.