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Messina

Ravanelli al “John Charles”: “La notte di Roma è sempre nel mio cuore. Lo stile Juve si respira”

Per comprendere la storia d’amore tra Fabrizio Ravanelli e la Juventus tocca partire dalla fine. Da quella magica notte del 22 maggio 1996, quella della finale di Champions League vinta contro l’Ajax allo stadio Olimpico di Roma.

Fabrizio Ravanelli ospite dello Juventus Club “John Charles”

Una finale che la Vecchia Signora ha portato a casa solo ai rigori dopo 120 minuti dominati, in una gara sbloccata proprio grazie ad un guizzo di “Penna Bianca” bravo a sfruttare un retropassaggio sbagliato di Frank De Boer prima di scartare Van Der Sar ed insaccare a porta sguarnita con un colpo da biliardo quasi dalla linea di fondo. Poi quella corsa con la tipica esultanza con la maglia completamente rialzata a coprire la testa.

C’era anche lui a piangere, ad alzare quella coppa al cielo e con le lacrime agli occhi dopo il rigore decisivo di Jugovic, in una notte indelebile per il popolo bianconero che finalmente ha potuto gioire a pieno 11 anni dopo la vittoria più brutta: quella nella tragica notte dell’Heysel.

Ravanelli nell’incontro moderato dal giornalista Rosario Pasciuto

Ospite dello Juventus Club “John Charles” di Messina, Ravanelli ricorda ancora con grande affetto quella notte: “Mi viene in mente una bellissima serata. Uno dei più bei ricordi della mia carriera, un’emozione indescrivibile per i tifosi bianconeri ma anche per me. Quando vinci quella coppa lì e lo fai da protagonista è un qualcosa che non puoi descrivere. Lo stile Juve? E’ rispetto e disciplina, è un qualcosa che non è scritto da nessuna parte ma che tu respiri dal primo istante che metti piede in questa grande società. Sei al servizio di qualcosa di grande, che ha come unico scopo la vittoria e se non lo capisci sei fuori”.

Da lì in poi per il popolo bianconero solo delusioni con le cinque finali perse consecutivamente, l’ultima proprio il 3 giugno scorso nella notte stregata di Cardiff: “Sinceramente non credo alla storia della coppa maledetta. E’ un peccato che la squadra sia venuta meno proprio nel momento clou. Su quello che è successo nell’intervallo si è detto tanto, questa sembrava davvero la volta buona. Adesso credo che si debba guardare al futuro e ad una stagione che deve vedere la Juve sempre protagonista“.

Fabrizio Ravanelli
“Penna Bianca” risponde alle domande

Un futuro che non vedrà Leonardo Bonucci al centro della difesa, il giocatore della nazionale è passato al Milan per quello che al momento è il colpo dell’estate: “Credo che la Juve sia sempre la favorita, vince da sei anni e ha scritto la storia. E’ giusto che Roma e Napoli vogliano fermare questa egemonia, io però sono fiducioso perché la dirigenza bianconera è l’artefice principale di questi successi e la politica portata avanti sin qui si è rivelata vincente. Il Milan sta facendo una grande squadra, l’Inter ha un grande tecnico, quest’anno sarà più dura perché  il campionato si preannuncia competitivo. Dispiace che in una realtà come quella di Milano, che è la capitale industriale del paese, per riportare Milan e Inter al vertice siano serviti gruppi cinesi e i soldi dei fondi”.

L’esultanza di Ravanelli

La Juve però risponde con il colpo Bernardeschi, mentre Ravanelli non risparmia qualche suggerimento all’amico Fabio Paratici: “La 10 a Bernadeschi? Credo che questo ai tifosi conti ben poco, il numero 10 della Juve ha sempre avuto un fascino particolare ma la cosa importante è che faccia una grande stagione. A Paratici ho consigliato Keita e Milinkovic-Savic, sono giocatori pronti e sul punto di fare il salto di qualità solo che non è facile trattare con Lotito.

Poi un aneddoto sull’avvocato Gianni Agnelli: “E’ stata la prima persona che mi chiamò quando feci la tripletta contro il Liverpool nel mio esordio con la maglia del Middlesbrough. Mi disse che avevo confermato i suoi dubbi sulla mia cessione. Ricordo che quando venne Gorbaciov a trovarci al Centro Combi, l’Avvocato mi presentò a lui come il bomber della squadra. Questo mi fece molto piacere”.

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