Pasquale Rando, già amministratore delegato del Camaro, sarà il nuovo direttore tecnico dell’Acr Messina, società che si sta riorganizzando dopo l’accordo con il club neroverde. “È un grande piacere, è la squadra per cui ho sempre tifato da bambino. Siamo al lavoro per strutturare la società. Create fondamenta solide, penseremo al resto. Ci siamo occupati prima di tutto dell’aspetto organizzativo, confrontandoci quasi tutti i giorni con la proprietà”.
Quello con Sciotto è un matrimonio inusuale, che qualche tifoso fatica a mandare giù dopo due anni di errori e promesse disattese: “Ha grande voglia di riscatto e ci trasmette entusiasmo. Proveremo a lasciarci alle spalle quanto è accaduto nel corso delle ultime stagioni. Prima di sbandierare i nomi di giocatori e dirigenti abbiamo chiesto di regolarizzare tutte le posizioni, dalle vertenze con i calciatori agli arretrati con il Comune: la società lo sta facendo. La domanda d’iscrizione e la fideiussione sono già pronte”.
Prosegue la composizione del rinnovato organigramma, che sarà integrato con nuove figure: “Da appassionato di Formula Uno, so che una macchina vincente si costruisce partendo dal telaio. A breve ufficializzeremo tutte le scelte, staff medico compreso. Non dobbiamo farci prendere dalla frenesia, la squadra sarà costruita in breve tempo”.
La preparazione pre-campionato dovrebbe svolgersi lontano dalla Sicilia. Un bel salto dopo i ritiri svolti tra la Sila e la Cittadella dell’Annunziata, in un clima torrido: “Per il ritiro abbiamo lavorato su vari fronti e siamo ai dettagli. Restano in piedi quattro ipotesi, da Campitello Matese a Nocera Umbra e Latronico. Chianciano Terme? La struttura ci piace, perché avremmo a disposizione più campi, palestra e piscina”.
Non è ancora decollato l’aspetto tecnico. “Il direttore sportivo e l’allenatore saranno le ultime scelte – chiarisce Rando –. Vogliamo aspettare l’evolversi della situazione in Lega Pro, dove tante squadre sono a rischio iscrizione. Abbiamo una rosa di cinque nomi, profili importanti. Non ci sono soltanto Obbedio e Laneri. Abbiamo pensato a professionisti che lo scorso anno erano in C e quindi sono ancora legati da contratto, ma anche a gente che ha fatto bene in D. Rubino? È giovane e a Trapani ha costruito una squadra vincente in C. Siamo consapevoli che ha richieste da categorie superiori e non vogliamo illudere nessuno”.
Vi saranno reduci della passata stagione? “In rosa vi sono giocatori importanti. Di loro parleremo con il ds e il tecnico. Arcidiacono aveva richieste dalla C e in ogni caso non sarebbe stato facile trattenerlo”.
Capitolo impianti. Gli infortuni accusati da chi si è alternato tra “Franco Scoglio” e il sintetico del nuovo “Marullo” dimostrano che servono alternative e Rando non si nasconde: “Chi vuole recitare da protagonista ha bisogno di un altro campo in erba naturale. Ci confronteremo con l’Amministrazione per avere indicazioni in merito”.
Dopo nove anni scompare il Città di Messina, che proprio con Rando in panchina e il tridente Citro–Saraniti–Tiscione in campo offrì un gioco spumeggiante: “Sono stati anni bellissimi ed è vivo il ricordo di una società che ci ha fatto togliere grandi soddisfazioni. Fa un certo effetto che dopo nove anni cambi denominazione. Ma nel calcio accade anche questo”.