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Messina

Ragusa: “Ho girato l’Italia, è stato un bene. Le vittorie pesano più dei gol”

Antonino Ragusa, dopo l’assist vincente per Kragl ad Agropoli, sta progressivamente conquistando il Messina, che ha scelto per tornare in campo dopo la promozione in A con il Lecce: “Personalmente sto crescendo a livello di condizione, mi sono sempre allenato. Manca il ritmo partita, che comunque sto riprendendo: più gare fai, più lo riacquisisci. Ho rifiutato diverse proposte, non avrei accettato qualsiasi progetto. Alla mia età non devo dimostrare ma voglio poter lavorare bene. A livello tattico in carriera ho ricoperto tutti i ruoli d’attacco ma l’esterno offensivo sinistro è quello che ho fatto di più, mi si addice anche a destra perché è una posizione per me abbastanza naturale”. 

Perez
Perez difende un possesso (foto Paolo Furrer)

Ospite negli studi di Tcf, l’ex Sassuolo ha lodato uno dei compagni di reparto fin qui più incisivi, a dispetto della mancanza del gol: Perez fa un grande lavoro, gli arrivano molti palloni su cui deve sacrificarsi. Subisce falli, tiene palla, ci fa salire e respirare. Non si è sbloccato a livello realizzativo ma noi sappiamo l’importanza di quello che fa con corsa e volontà. Noi in questo momento non possiamo sbagliare nulla né possiamo fare calcoli. Si può sperare che chi sta davanti a noi sbagli, ma partiamo da dietro e siamo in piena rincorsa sulle altre”. 

Il 5 aprile a Terni, dove pure giocò appena otto minuti, l’ultima rete di Ragusa, che però mette davanti la risalita del club, già capace di conquistare 14 punti in sette gare: “Vorrei segnare ma in questo momento mi interessa principalmente aiutare la squadra a vincere e trovare continuità. Imporsi nel calcio che conta non è facile, in primis non tutte le situazioni e le squadre sono congeniali. Poi vanno considerate le differenze di categorie perché gara per gara e anno per anno devi dimostrare il tuo valore. Con tanti calciatori gli allenatori fanno presto a dimenticarti”. 

Antonino Ragusa
Ragusa cerca lo spazio per il cross (foto Paolo Furrer)

L’Acr ha dato la possibilità all’ex Pescara di recitare finalmente il ruolo di profeta in patria: “Non avvertivo un peso specifico però pensavo spesso che non avevo mai vestito una maglia di un club professionistico della mia regione e della mia città. Ho girato tanto facendomi le ossa fuori, per la mia carriera è comunque stato un bene. A quindici anni da Taormina sono approdato agli Allievi nazionali del Treviso, in una squadra che faceva la serie B. Non è stato facile perché è un grande salto lontano da casa, famiglia e abitudini completamente stravolte ma quei sacrifici sono stati ripagati”. 

Con la Fidelis Andria la possibilità di completare una rincorsa che ha già fruttato due posizioni chiave in ottica play-out, anche se l’obiettivo è la salvezza diretta, da celebrare magari con un pubblico simile a quello visto con il Catanzaro: “Non possiamo minimamente sottovalutare l’avversario né nessuna squadra. Abbiamo un compito preciso da rispettare, cercando nel più breve tempo possibile di risalire la classifica e portarci fuori dalle zone calde. Da calciatore spero che sempre più gente possa venire allo stadio per darci quel calore che noi respiriamo. Uno stadio numeroso rende più difficoltoso il compito degli avversari, soprattutto a poche gare dalla fine del campionato quando ogni punto onta il triplo”. 

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