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Ragusa, Di Gregorio: “Puntiamo tutto sui nostri giovani. Saremo ambiziosi”

Il tecnico della Virtus non si nasconde: “La dirigenza sta valutando se concretizzare l’acquisizione di un titolo ma io sono focalizzato sull’aspetto tecnico e al momento sto curando il ritorno in palestra con gli atleti locali”. Iblei in lotta per il vertice: “Potevamo giocarci la vittoria del campionato, fa piacere la crescita constante di tutto l’ambiente”. Proseguirà il lavoro sui giovani: “Si stanno ponendo basi importanti per il reclutamento e la crescita di giocatori interessanti”.

Premio Donia
Pino Caudo consegna a Massimo Di Gregorio il Premio Donia

Sono giorni caldi per molte società cestistiche della penisola. I dubbi sulla ripartenza della stagione che verrà s’intrecciano con le aspirazioni di migliorare il recente passato e anche all’interno della Virtus Ragusa la dirigenza sta lavorando su questo duplice sentiero. Il tecnico Massimo Di Gregorio ha visto nascere questa realtà e da sette anni è capo allenatore e ci racconta il particolare momento vissuto all’interno del team ibleo.

“Avverto che qualcosa si sta muovendo perché la dirigenza vuole capire cosa fare nel prossimo futuro e se perseguire il raggiungimento di un titolo di serie superiore. Non so cosa succederà alla scadenza dei termini, sono il capo dell’area tecnica e m’interesso ad altre questioni. Sono ancora rammaricato per la conclusione della stagione, perché eravamo in lotta con altre due squadre per la vittoria del campionato ma capisco che non era possibile continuare. Resta il fatto che comunque negli ultimi anni grazie a maggiori ambizioni la squadra continua a crescere e lottare per il vertice, è un buon segnale che ci ripaga degli sforzi compiuti”.

Virtus Ragusa
La Virtus Ragusa celebra un successo

Di Gregorio da fine maggio è tornato in palestra e nel rispetto delle regole di distanziamento sociale ha ripreso gli allenamenti focalizzati in primis sul recupero di condizione e fondamentali dopo il lungo stop: “Adesso le maglie si sono allargate un po’ di più anche per gli sport di contatto. Ad eccezione degli atleti fuori sede abbiamo ripreso a lavorare con i ragazzi di Ragusa. Noto la loro crescita, il nucleo locale è ormai una certezza per la serie C e non è poco poter contare su un gruppo che lavora assieme da anni. Il progetto in qualunque categoria giocheremo ripartirà certamente da loro”.      

Ragusa è una piazza importante e appassionata e i numeri di pubblico e settore giovanile danno fiducia in vista del futuro: “La città vive di un passato illustre nel settore maschile e negli ultimi anni è diventata un punto di riferimento anche con le donne, avendo sfiorato con la Passalacqua la conquista dello scudetto. Col tempo ci siamo strutturati sempre più e la crescita del settore giovanile ne è la testimonianza. Gli spalti gremiti del PalaPadua durante le partite della prima squadra ci inorgogliscono”.

Roberto Chessari
Roberto Chessari (Orlandina) è un prodotto della Virtus

I giovani un mantra da non tradire per la Virtus, che sta creando un serbatoio importante anche per la valorizzazione di atleti fatti in casa: “Abbiamo investito molto tempo e ingenti risorse sul vivaio, avendo la consapevolezza che i risultati possono anche non arrivare nel medio periodo. Lavorando seriamente però le possibilità ci sono e noi puntiamo a costruire giocatori futuribili e abbattere i parametri che specie in serie B sono costosissimi”.

Ragusa è impegnata inoltre con il “Progetto for Africa”, dalla grande valenza sociale: “È dedicato ad atleti dalle grandi potenzialità, che vanno incontro a mille incognite nel loro continente. Alcuni di loro sono stati già richiesti da società molto importanti e noi non tarperemo mai le ali ai loro sogni, per altri prevedo un grande futuro. Ad esempio Ursulo era in comproprietà con la Pegaso e adesso è in A2 a Treviglio, Simon e Idrissou hanno già ottenuto contratti professionistici mentre il classe 2004 Adeola può raggiungere traguardi significativi. Inoltre il progetto rappresenta un’occasione importante anche al di fuori della carriera sportiva perché può creare occasioni per i ragazzi per poter rimanere nel nostro contesto. Fra gli italiani penso a Chessari e Salafia, ritornati in prima squadra dopo aver giocato fuori regione e accumulato le loro esperienze”.

Giuseppe Carnazza
Giuseppe Carnazza in azione con la maglia del Gruppo Zenith Messina (foto Vincenzo Nicita Mauro)

Il futuro di Di Gregorio non dovrebbe regalare qualcosa di inaspettato perché col club c’è piena sintonia: “Non ricordo nemmeno quando ho iniziato ad allenare qui. Condivido con la società il perseguimento di idee strategiche maggiormente sostenibili, che vanno nella direzione della valorizzazione dei giovani. È un processo lento ma inesorabile, non è un mistero che rispetto al nostro inizio archiviati alcuni anni in cui eravamo nelle retrovie, con maggiori ambizioni abbiamo ottenuto risultati sempre migliori, sino a lottare per la vittoria del campionato. Sono sicuro di fare ancora parte della squadra, mi incontrerò coi dirigenti e definiremo il tutto. Bisognerà capire anche l’entità del budget e su quali aiuti da parte di sponsor potremo contare”.

In conclusione un pensiero rivolto a due atleti messinesi impegnati con la prima squadra iblea e allenati dal tecnico siciliano: Carnazza ha fatto una scelta di vita, ormai lavora e gioca in questo territorio. Si è ben integrato sin da subito col resto del gruppo e trasmette grande esperienza alla squadra. Di Dio lo ritengo un prodotto molto interessante perché è un grande lavoratore in palestra, qualità che abbina alle ottime doti tecniche naturali. Giocando in una squadra di alta classifica ha maturato importanti esperienze. Credo che possa centrare grandi traguardi se saprà confermarsi”.

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