Ben 18 punti collezionati su 27 disponibili, una squadra raccolta nei bassifondi della classifica e trascinata fino al cuore della zona playoff, senza dimenticare la vittoria in Coppa Italia in casa della Juve Stabia capolista. A Potenza adesso è veramente scoppiata la Raffaele-mania.
I tempi degli allenamenti sospesi per via della contestazione dei tifosi sembrano appartenere a tutta un’altra era ed invece stiamo parlando di appena due mesi fa. Il “Viviani” è ora diventato un catino che ribolle di entusiasmo. Anzi, i lucani possono pure rammaricarsi per qualche punto sfumato proprio sul finale, vedi la sconfitta, l’unica sin qui sotto la gestione Raffaele, sul campo della Sicula Leonzio e il rocambolesco pareggio di Bisceglie.
Questo l’impatto da urlo che l’ex tecnico dell’Igea Virtus ha avuto con il professionismo, dove il suo 4-3-3 è diventato un vero e proprio mantra. La soddisfazione di Peppe Raffaele è evidente e giustificata: “Abbiamo ottenuto dei risultati prestigiosi, penso alla vittoria di Rende contro quella che attualmente è la seconda forza del campionato, ma anche al successo ottenuto in casa contro il Catania. Stiamo lavorando bene, c’è un entusiasmo dilagante, ma adesso ci attende un dicembre di fuoco. La squadra giocava con un modulo diverso, subito abbiamo cercato di mettere in pratica certe situazioni tattiche e di gioco. Naturalmente sotto l’aspetto psicologico i ragazzi erano in difficoltà, ma questo è normale quando parti con il freno a mano tirato e i risultati non sono dalla tua, l’impatto con la categoria nuova è sempre complicato. Oggi c’è entusiasmo e un po’ di tranquillità, lavorando solo in prospettiva della gara di domenica”.
Domenica lo scontro con la Cavese di Giacomo Modica: “È una partita come tutte le altre. Conosco Modica con cui mi sono confrontato lo scorso anno, sarà una gara difficile contro una squadra ben allenata e che sa giocare bene a calcio”.
Inevitabilmente si torna a parlare anche della sua fugace apparizione sulla panchina del Messina. Un rapporto iniziato e finito dopo pochi giorni, ancora prima dell’inizio del campionato, preludio dell’ennesima fallimentare stagione dell’ACR: “Faccio difficoltà a chiamare quella di Messina esperienza lavorativa, dati i pochi giorni in cui sono stato l’allenatore. Sono stato circa dodici giorni, ho allenato un gruppo formato da quattro-cinque giocatori più altri ragazzi del settore giovanile. Sono andato via per una mia scelta, perché ho reputato che non ci fossero le condizioni per portare avanti un discorso lavorativo e ho preferito fare così. Mi auguro che il calcio a Messina torni a fare la voce grossa, stiamo parlando di una piazza storica e importante per il panorama siciliano e nazionale. Tra i professionisti si avverte l’assenza di una realtà come quella giallorossa”.
Per Raffaele indimenticabile rimane il legame con Barcellona e l’Igea Virtus, la piazza che lo ha fatto diventare grande e che adesso sta vivendo un momento molto difficile: “Sarò sempre grato a questa società, tutto quello che ho fatto è stato con il cuore e non smetterò mai di ringraziare la famiglia Grasso che si è rivelata composta da grandi uomini di calcio. Mi auguro che grazie all’ultimo successo e al mercato di riparazione la piazza ritrovi il giusto entusiasmo necessario a raggiungere questo importante obiettivo che è la salvezza”.