Il Messina di Ezio Raciti si congeda con una sconfitta che non intacca la portata della decisa risalita in classifica che è valsa la salvezza: “Abbiamo faticato un po’ nelle uscite, sul nostro lato destro e anche dal punto di vista del palleggio. Questa squadra ha metabolizzato ormai un certo sistema di gioco, con il quale è stata costruita. Mi sono fatto tentare dalla possibilità di schierarla con due punte ma è stata una scelta azzardata. Alla fine del primo tempo sono tornato al 4-3-3, che si modificava in 4-2-3-1 quando Marginean si alzava per prendere il loro play. Per essere incisivi davanti abbiamo perso equilibrio in mezzo, dove ci è mancato anche Damian”.
Il carattere non è bastato, anche se il turn-over è stato limitato: “Nel secondo tempo siamo partiti bene, abbiamo preso gol su ripartenza dopo un errore individuale. Poi abbiamo accelerato e abbiamo finito in attacco. Avevo detto che avremmo lottato fino all’ultimo minuto dell’ultima partita e così è stato. Abbiamo messo in campo tutto, anche se le motivazioni erano diverse. Ho messo in campo chi aveva già giocato perché non potevo mortificare qualcuno escludendolo e ho detto ai ragazzi che era coerente schierare per riconoscenza la formazione che era uscita dai bassifondi della classifica in questi mesi”.
Il Messina ha raccolto 26 punti nella gestione Raciti, il doppio dei 13 ottenuti con i suoi predecessori. “È stato difficile. Abbiamo migliorato la fase d’attacco, raddoppiando i gol fatti, migliorato quella difensiva, dimezzando quasi quelli subiti. Abbiamo trovato equilibrio e giocato alla pari con tutti, anche con le big, a parte la gara di Francavilla, dove eravamo contati per 14 assenze per il Covid ed elementi fuori ruolo. La squadra ha un’identità e uno zoccolo duro. Escludendo la gara persa nel finale con il Catanzaro, abbiamo battuto Bari e Monopoli e pareggiato a Palermo ed Avellino”.
Poste le basi per un futuro migliore: “Sono contento, abbiamo fatto debuttare cinque ragazzi della “Primavera”, con cui eravamo in zona playoff. Anche il settore giovanile può avere un futuro importante. Sono stato leale con ragazzi come Marginean, Gonçalves e Busatto, che non avevano giocato nelle gestioni precedenti. Un rapporto forte e sincero, che mi ha portato tanti attestati di stima. Il futuro dipende dalla società. Sono orgoglioso di avere potuto dare il mio contributo per la salvezza ed essere stato protagonista con gli altri”.
Una decina di elementi sono legati al club da contratti pluriennali e secondo Raciti possono rappresentare l’ossatura del futuro Messina: “Chiedo soltanto di non disperdere questo capitale umano, che con poco può puntare ai playoff. Servono la vicinanza dei tifosi con gli abbonamenti e sponsor che possano dare forza al presidente. Messina è un club blasonato, che ha grande seguito, e non può lottare soltanto per la salvezza. Bisogna costruire nell’arco di due anni per programmare e prefissarsi obiettivi più importanti”.