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Quitadamo: “Il Celeste è una bomboniera. Meno squadre in grado di emergere”

Il difensore del Fc Messina Gabriele Quitadamo è intervenuto nel corso della trasmissione “Football Italia Moments”. Vi proponiamo di seguito le dichiarazioni più significative.

Quitadamo
Quitadamo ha collezionato 27 presenze (foto Marco Familiari)

Lo stop. “I protocolli sanitari erano inapplicabili per il campionato. I costi sono molto alti, già è difficile sostenerli per una squadra di serie A, figurarsi in D. Nelle restanti otto giornate potevamo dire seriamente la nostra per l’alta classifica”.

Il calcio. “Per me è tutto. Mi ha portato a uscire di casa a sedici anni. Fai amicizie nuove e ti fa crescere. Durante la quarantena senza toccare un pallone per un mese stavo impazzendo, così facevo gli uno contro uno con mia moglie”.

Messina. “Io ero felice già in partenza di arrivare in una piazza storica. La città l’abbiamo vissuta poco perché vivevamo sempre a Milazzo. È bella, con un centro vivibile, e le persone sono passionali come da tradizione al Sud”.

I “Testi Fracidi” presenti al “Celeste”

Mister Gabriele. “Il cambio di allenatore ha segnato una svolta per noi. Facevamo fino a quel momento buone partite ma ci mancava sempre il risultato, poi abbiamo puntato più sul gruppo, sulla compattezza e badando al sodo invece che al bel gioco. Abbiamo avuto una media punti molto alta da 2,13 per gara”.

L’Acr. “Inizialmente i tifosi erano tutti a loro favore ma pian piano abbiamo convinto diversi sostenitori. È una sfida che dura tutto l’anno: c’è voglia di primeggiare per riuscire a portare qualche tifoso dalla tua parte. Peccato che la stagione si sia conclusa anzitempo perché stavamo facendo avvicinare tanti al nostro progetto. Volevamo giocare con più pubblico. Il “Franco Scoglio” è bello già quando hai i tifosi contro, figurarsi se ne hai qualcuno dalla tua parte”.

Giuffrida e Quitadamo
Giuffrida e Quitadamo in allenamento al “Celeste” (foto Marco Familiari)

I Testi Fracidi. “Il loro ingresso al Celeste è stato molto bello, una scelta coraggiosa due settimane prima del match con l’Acr e importante per loro che hanno deciso di sposare la nostra squadra e rappresentano un club storico per la città. Quando sono entrati a cantare in allenamento rimbombava tutto, sembravano dieci volte tanto”.

Il Celeste. “È uno stadio bomboniera, un autentico monumento per Messina. A inizio anno era tutto da rifare, partendo dal prato. Entri e sai che in passato c’era il pienone”.

La conferma. “Rimanere farebbe certamente piacere. Sarebbe la controprova che il nostro lavoro è stato apprezzato. Lo auspichiamo perché abbiamo dato tanto in questo anno zero e il lavoro ci stava premiando. Il sogno è sempre quello di ambire alle cose importanti. Spero di centrare proprio con l’Fc una categoria appagante”.

Correnti e Quitadamo
Correnti e Quitadamo (foto Giovanni Chillemi)

La crisi. “Vivremo un calcio differente. Dovrebbero esserci le retrocessioni mentre manca chiarezza sui ripescaggi. Purtroppo ci sono troppi fallimenti, bisognerebbe ripartire con maggior rigore”.

Il campionato. “La differenza è che verranno allestite meno squadre in grado di vincere i campionati e questo potrebbe regalare maggiore equilibrio all’intero torneo”.

Capitan Giuffrida. “È un vero capitano, il migliore in questo ruolo con cui ho giocato insieme a Giorgio Conrotto. Ci tiene tutti uniti, anche fuori dal campo, grazie alla sua personalità”.

Il gruppo. “Dal primo giorno di ritiro il gruppo era unito, nel pullman cantavamo a ogni trasferta. Facciamo tutto assieme e perfino le nostre mogli sono molto amiche tra loro. Devo ringraziare Alessandro Marchetti, che mi ha supportato anche nei momenti no, durante la quarantena. È difficile per uno come me avere in poco tempo un’amicizia così forte: la esterniamo poco ma nel momento del bisogno ci siamo sempre l’uno per l’altro”.

Quitadamo
Quitadamo ha vinto due campionati di D con il Cuneo

Il dg Ferrante. “È molto legato al presidente Arena. Quando viene al campo per gli allenamenti vorrebbe cambiarsi ed entrare anche lui al campo. Ci dà tanti consigli: possono soltanto farci migliorare”.

Il Piemonte. “Sono stato sei anni a Cuneo tra C e D e ho solo ricordi positivi di quel luogo. Sono stato artefice di due promozioni, che porto sempre nel mio cuore. C’era in squadra Enrico Fantini, ragazzo fortissimo e professionista esemplare, per me il miglior giocatore con cui ho giocato. La sua carriera parla per lui (nella D edizione 2010-11 firmò 31 reti in 32 gare, ndc)”.

Nord e Sud. “La serie D cambia a livello di passione. Al Nord si sente meno, ci si accontenta della dimensione che la squadra vive. Al Sud gli imprenditori puntano a vincere, a coinvolgere il tifo e migliorarsi di continuo”.

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