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Quitadamo: “Ci manca lo spogliatoio. Ma presto riavremo Aladje e i tifosi”

Gabriele Quitadamo è uno dei silenziosi protagonisti della stagione del Fc Messina. Per lui ben 27 gettoni tra campionato e Coppa Italia, per dieci volte subentrando dalla panchina, considerata la grande qualità dei centrali peloritani, non a caso alla guida della terza retroguardia meno battuta del torneo.

Il difensore torinese ha trascorso in Sicilia la sua Pasqua: “Con moglie e figlio, a Milazzo. Paradossalmente stiamo un po’ meglio dei tanti parenti che vivono al Nord, dove la situazione è complicata per via del coronavirus. Il Piemonte è tra le regioni più colpite. Sono impauriti e restano chiusi in casa, sperando che finisca il primo possibile”.

Quitadamo, Giuffrida e Morello
Quitadamo, Giuffrida e il ds Morello fanno festa (foto Marco Familiari)

Anche i calciatori hanno visto la loro routine stravolta da un’emergenza che in Italia ha già originato 20mila vittime: “È stano allenarsi da solo. Ti mancano spogliatoio e pallone. Stiamo svolgendo con la massima professionalità gli esercizi del preparatore atletico e sentiamo quotidianamente i compagni in video-chiamata. Speriamo il prima possibile di riprendere tutti assieme e riconquistare un po’ di normalità”.

La lenta ma costante decrescita della curva dei contagi potrebbe portare la A in campo a fine maggio: “Il massimo campionato ovviamente è più esposto. Poi potrebbe ripartire tutto, presumibilmente a porte chiuse. Un provvedimento peraltro che in D, escludendo il Palermo e il suo grande pubblico, inciderebbe meno. Si saprà tra un paio di settimane”.

Quitadamo
Quitadamo ha già collezionato 27 presenze (foto Marco Familiari)

Allenarsi lontano dal campo ovviamente incide: “Facciamo tanto lavoro atletico e di forza, ma non i cambi di direzione. Quando torneremo ad allenarci davvero in gruppo di fiato staremo bene ma sul breve ci vorrà qualche settimana per trovare la forma migliore”.

L’ex calciatore del Cuneo è soddisfatto della sua annata: “Sto dando il massimo e spero di potere fare ancora bene. La svolta è stata rappresentata dal cambio di allenatore e da una lunga serie di risultati positivi, soprattutto nel girone di ritorno, che ci ha portato al quarto posto, a un punto dal Giugliano terzo”.

Aladje
Aladje in azione nel match di Coppa con l’Acireale (foto Marco Familiari)

In trasferta è arrivato però un solo gol nelle ultime cinque gare: “Si sente un po’ l’assenza di giocatori importanti per l’attacco come Aladje e Carbonaro, ma anche la sfortuna. Ad Acireale abbiamo avuto due o tre occasioni nitide, come il palo di Dambros, e anche Melillo è stato fermato da una prodezza del portiere avversario”.

Gabriele è un esempio peraltro proprio per Alberto Gomes, ai box da novembre: “Ci siamo sentiti nei giorni scorsi. Sta facendo tanto lavoro con il ginocchio. Personalmente ho avuto lo stesso infortunio e sono stato fuori sette mesi. Il legamento biologicamente ha bisogno di tempo, ma lui ha una struttura fisica potente”.

Lo striscione esposto al “Celeste” dai “Testi Fracidi”

Tra le note liete l’atteso avvicinamento dei tifosi: “Li abbiamo conosciuti ad Acireale. Ci rendono orgogliosi. L’Acr ha sempre avuto il suo seguito e un po’ li invidiavamo. Il nostro obiettivo era fare bene per provare a portare qualcuno dalla nostra parte. Ci danno una spinta in più e poi a Messina sono sempre stati caldi e passionali”.

Il virus ha ovviamente fermato tutti, mettendo in difficoltà anche la proprietà: “Non è facile per nessuno, in tutta l’Italia e nel mondo. Si è fermata l’economia e tra le tante aziende ci sono anche quelle del presidente. Se si dovesse ripartire non mancheranno le incognite, dopo due mesi fermi a casa. Anche se il Palermo ha mezzo campionato in tasca”.

Quitadamo
Quitadamo in azione contro il Castrovillari (foto Familiari)

In riva allo Stretto l’ex prodotto del vivaio granata ha trovato volti noti e qualche sorpresa: “Gli over li conoscevo tutti, bene o male. Avere in squadra elementi come Coria, Melillo, Giuffrida, Carbonaro e Marchetti ti fa apprezzare il loro potenziale. Gli under mi hanno fatto una bella impressione. Ragazzi come Correnti, Casella, Brunetti, Marone e Miele dimostrano una maturità superiore rispetto alla loro età, anche per applicazione”.

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