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Messina

“Quintorigo Experience” e il musicista Giancarlo Parisi in “Aria di Faber” incantano il PalAntonello

La musica insuperabile di Jimi Hendrix e Fabrizio De Andrè esaltata da due eventi consecutivi di successo riempie il weekend al PalaAntonello, organizzato dall’Accademia Filarmonica di Messina e dall’Associazione “Bellini”. Gli elettrizzanti ed elettronici Quintorigo, a dispetto dell’allerta meteo di venerdì 7 novembre, incantano con l’album “Quintorigo Experience”. Il musicista ed autore peloritano Giancarlo Parisi, con l’orchestra da camera, “Sinfonietta Messina” e il suo Zi Flute, materializza sabato 8 novembre la poesia del Maestro genovese.

Musicisti insuperabili come Jimi Hendrix e Fabrizio De Andrè regalano sempre straordinari coinvolgimento ed ispirazione. E’ così che la band elettrizzante Quintorigo ha portato in scena venerdì 7 novembre, al Palacultura “Antonello da Messina”, il concerto “Quintorigo Experience” rivisitazione non solo rock ma anche elettronica e blues, sulla scorta di una passione mista a studio profondo della band formatasi 48 anni fa, “Jimi Hendrix Experience”. Il musicista ed autore Giancarlo Parisi trasforma il suo bagaglio di una lunga collaborazione con il Maestro genovese in spettacoli sempre più azzeccati facendosi accompagnare da un’intera orchestra di 10 componenti, denominata “Sinfonietta Messina”, come sabato 8 novembre, sempre al Palazzo della Cultura, con “Aria di Faber”. Gli eventi che si sono susseguiti, richiamando tantissimo pubblico malgrado l’allerta meteo fino allo scorso venerdì, sono organizzati dall’Accademia Filarmonica di Messina e dall’Associazione musicale “Bellini” per una stagione artistica 2014/’15 sempre più notevole.
La performance messinese, una prima assoluta, dei Quintorigo (il saxofonista Valentino Bianchi, Gionata Costa al violoncello, Andrea Costa al violino, Stefano Ricci al contrabasso e la voce nera di Moris Pradella, insieme a loro da due e mezzo) appare subito incisiva con l’utilizzo delle immagini che scorrono su uno schermo gigante e raccontano il clima controverso della guerra in Vietnam con l’interpretazione del brano “The Stars Spangled Banner” ovvero l’inno nazionale degli Stati Uniti. La band propone una versione furiosa almeno quanto quella eseguita dall’artista di Seattle a Woodstock ’69, con una grossa affinità verso argomenti storico-sociali. Dopo questo primo assaggio strumentale, Pradella raggiunge il gruppo con il pezzo “Purple Haze” continuando con “Manic depression”, “Hey Joe”, “Spanish Castle Magic” e “Red House”. Tutti con arrangiamenti originali dei musicisti emiliani che rendono le sonorità esclusive ed assolutamente incalzanti.

Parisi e il Maestro Salemi nell'Aria Faber
Parisi e il Maestro Salemi nell’Aria Faber

La creatura hendrixiana è stata frutto di un “lavoro filologico e sperimentale”, come precisa il saxofonista dei Quintorigo, durante il concerto. Le 14 tracce presenti nel disco sono tutte interessanti e coraggiose, scaturite dall’esperienza della band che si muove dal jazz al funky e che, qui, preferisce “correggere il tiro” con diverse distorsioni elettroniche, acidità abrasive ed accordi impregnati di blues. Ed ecco che la ballad “Angel”, uno dei capisaldi di Hendrix, diventa cavallo di battaglia di Pradella, accompagnato con spiccato affiatamento dal complesso. Ogni elemento mostra alternativamente e in sinergia un’abilità impressionante, derivante da 20 anni di connubio artistico. “Voodoo Child” è l’ennesimo gioiellino musicale seguito dal medley “Little wing/Up from the skies” che sfocia dal ritmo dei veri rocker al jazz-blues. Magnifica l’esecuzione di un’altra celeberrima canzone hendrixiana “Third stone from the sun”. Piena d’atmosfera con luci soffuse quella solo strumentale dei Quintorigo che accompagnano virtualmente il chitarrista americano mentre canta “The wind cries Mary” in un prezioso video di repertorio, proiettato sopra le loro teste.

Gli artisti amano pensare che Hendrix sarebbe stato felice di risentirsi interpretato con molte “variazioni sul tema”. E’ così che “Foxy lady” risulta contaminata dal loro estro che punta ad arricchire ogni armonia. Con “Fire” e “Gypsy Eyes” il programma musicale sarebbe stato completato già in bellezza ma, considerato il ricco repertorio del genio del rock, non poteva mancare il bis. “Crosstown traffic”, integrata nell’album “Electric Ladyland” di Hendrix, ci catapulta in un genere psichedelico con uno dei brani più suonati negli anni ‘60/’70 che scalò classifiche mondiali.
I Quintorigo hanno chiuso l’unica tappa in Sicilia di quest’anno con l’annuncio di un nuovo progetto, insieme al batterista romano Roberto Gatto, che sperano di pubblicizzare anche in questa terra.

Parisi e Sinfonietta
Parisi e l’orchestra Sinfonietta

Parisi, nel grande spettacolo di sabato 8 novembre, rende omaggio alla qualità timbrica e all’interpretazione vocale di De Andrè, grazie agli splendidi arrangiamenti di Melo Mafali, uno dei fondatori e membro della “Sinfonietta Messina” (alle tastiere) che ha debuttato in questa apprezzatissima serata. Memore dei suoi oltre cento concerti in tre tour differenti di “Faber”, in cui ha suonato molteplici strumenti a fiato, il compositore messinese realizza una scelta di brani scommettendo su quelli che funzionano a livello melodico e conquistano tutta la prima fase del concerto. Parisi privilegia quindi le linee melodiche che, secondo lui, “travalicano il senso della parola e diventano musica pura” ma lascia spazio anche ai testi suggestivi interpretati dalla voce più fedele fino ad oggi del cantautore genovese ovvero quella di Marco Pinto. Quest’ultimo, oltre a cantare brani il cui testo è decisamente attuale, ne ha presentato alcuni alla stessa maniera di Fabrizio che ripeteva sempre le stesse parole in ogni concerto, ridisegnando una perduta canzone. Toccante l’esecuzione de “La domenica delle Salme” che mette in luce la dote interpretativa del già leader di “Faber Quartet”, scandita solo da chitarra e violino.
Il mondo classico e quello etnico riescono a fondersi nello stile etnico quasi “medio-orientale” del progetto, adatto ad affrontare tematiche sociali importanti come quella delle minoranze che vengono vessate in ogni epoca. La riscopriamo nel pezzo strumentale di “Smisurata preghiera”, tratto dal superbo album “Anime Salve” di cui riassume il contenuto oppure in “Fiume Sand Creek” del 1981 in cui lo sguardo di un bambino analizza lo sterminio degli Indiani d’America con eccellenti dialoghi orchestrali.
Parisi, “divulgatore eletto della zampogna sicula nel mondo”, è egregio solista strumentale ma improvvisa avvalendosi di un flauto modificato e brevettato da lui, detto “Zi Flute”. A comporre l’orchestra diretta dal M° Maurizio Salemi, ci sono: Alessandro Blanco alla chitarra; Giovanni Alibrandi e Viola D’arrigo-Adamova ai violini; Rosanna Pianotti alla viola; Genziana D’Anna al violoncello; Nino Gambino al contrabbasso; Marcello Caputo al Clarinetto; Antonino Cicero al fagotto; Giorgio Rizzo alle percussioni.
In prima parte, gli strumenti e le melodie sono i protagonisti attraverso i pezzi “Disamistade”, “Hotel supramonte”, “La canzone di Marinella”, “Sinàn Capudàn Pascià” dove affiora il racconto di un marinaio 19enne messinese e “Volta la carta”.
Il secondo tempo, maggiormente cantato, vede due testi prettamente genovesi come “Creuza de ma”, le cui morbide espressioni riprendono il ritmo della voga amplificata dal lavoro corale e “Megu megun”, acuto e modernissimo “Un giudice”, anche se datato 1971, la trasposizione strumentale di “Ho visto Nina volare”, infine “Il pescatore” strumentale e poi, con un applauditissimo bis, nella versione orchestra-Pinto. Parisi e Mafali stanno già pianificando di circuitare il progetto “Aria di Faber” in giro per la Sicilia e Calabria, entro la fine dell’anno.

Quintorigo con Hendrix
Quintorigo con Hendrix

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