A Castellammare il Messina ha compiuto un altro timido passo in avanti. Vero è che nel secondo tempo Grassadonia ha rinunciato forse troppo presto a Bonanno, inducendo un atteggiamento ancora più prudente alla sua squadra, ma vanno comunque evidenziati l’ottimo approccio, con i giallorossi capaci di trovare subito il vantaggio con il solito Corona, e la grande resistenza della retroguardia, bucata soltanto da una magia di Caserta su calcio piazzato.
La Juve Stabia è a tutti gli effetti una big del torneo, come dimostra il settimo risultato utile consecutivo dopo l’esordio con sconfitta di Catanzaro, arrivato però a poche ore dal mancato ripescaggio in serie B. Pancaro ha ringraziato il gruppo per avere offerto la migliore prestazione stagionale che però non è bastata per avere la meglio di Bucolo e compagni. In precedenza soltanto il lanciatissimo Matera era riuscito a strappare un punto al “Menti”.
Nonostante la gara votata più a difendere che ad offendere, con Orlando e Damonte che hanno avuto comunque nel primo tempo le occasioni per il possibile bis, conforta soprattutto la ritrovata generosità e lo spirito di sacrificio di una formazione che in due settimane si è lasciata definitivamente alle spalle il doppio 0-5 incassato contro Matera e Casertana. Ha pagato il passaggio al 4-3-3, anche se ha pesato la rinuncia imposta dall’età media all’ottimo Vincenzo Pepe, apparso rigenerato contro il Lecce.
Nella ripresa il ritorno al passato con un 5-3-2 che non è stato sufficiente per portare a casa i tre punti ma ha comunque limitato la manovra dei padroni di casa. Ancora una volta commovente la prova di “Re Giorgio”, dopo avere ricevuto l’abbraccio della Curva gialloblu e del presidente della Juve Stabia Franco Manniello, che lo ha omaggiato con una targa ricordo, nella quale erano impresse alcune immagini simbolo della sua splendida annata in Campania, caratterizzata da 14 reti ed impreziosita dalla promozione in serie B.
Corona ha avuto il merito di sfruttare il clamoroso assist offerto dalla retroguardia campana e poi di aiutare i compagni anche nella loro metà campo, agendo da difensore aggiunto e come tradizione da uomo simbolo. Ma da incorniciare è stata anche la prestazione di Iuliano, che ha dimostrato di potere contendere la maglia da titolare a Lagomarsini, a meno che il portiere under non torni ad essere sfruttato per garantirsi maggiore esperienza in qualche altro ruolo chiave.
Unico neo della serata il cartellino rosso rimediato nel finale da Benvenga, che dovrà adesso saltare la sfida casalinga con la Vigor Lamezia di Erra, già artefice dei miracoli Sambiase e Gelbison. Il Messina cercherà l’ulteriore conferma della sua rinascita contro la più bella rivelazione del torneo insieme alla Lupa Roma.
Poi le cinque sfide con Melfi, Foggia, Cosenza, Aversa Normanna e Martina, tutte formazioni racchiuse al pari dei biancoscudati nella parte destra della graduatoria. Tornerà a disposizione Bortoli, mentre Vincenzo Pepe, Nigro e Bucolo andranno in diffida. Attesa infine per il possibile rientro di Bjelanovic, fin qui condizionato da troppi acciacchi. Quelli che Giorgio Corona riesce incredibilmente a lasciarsi alle spalle alla faccia della sua carta d’identità.