Mentre la squadra è totalmente concentrata sul campo, l’unico ambito dal quale arrivano segnali confortanti, proseguono le interlocuzioni finalizzate ad un’eventuale svolta societaria, peraltro necessaria per ridare una prospettiva e un futuro ad un club condizionato da un gravissimo stallo.

Anche nelle ultime ore si sono rinnovati i contatti tra l’Aad Invest Group e la cordata statunitense messa in piedi su iniziativa del manager messinese Francesco Borgosano, Ceo della Huddle, che si occupa di innovazione e sviluppo aziendale, fornitura di software e infrastrutture di rete. Il 42enne ha un passato in Curva Sud, dove è stato abbonato, ma ormai da tempo risiede all’estero. Prima Londra, poi Heidelberg in Germania e infine una permanenza decennale negli States.
È affiancato da un imprenditore statunitense ma nella cordata potrebbero presto confluire altri due investitori, anche loro attivi negli Usa. Tutto dipenderà dall’esito della “due diligence”, avviata per fare chiarezza sulla reale esposizione del club con i privati e soprattutto il Fisco. Un primo sondaggio era stato effettuato già a Natale ma all’epoca era ormai prossima alla conclusione la lunghissima interlocuzione con la fiduciaria che ha rilevato l’80% delle quote dell’Acr, affacciatasi in riva allo Stretto a giugno, e l’idea tramontò sul nascere.

Il potenziale gruppo acquirente è interessato anche ad un eventuale sfruttamento dello stadio “Franco Scoglio” e non a caso ha chiesto lumi sull’attuale gestione della struttura comunale, che però non è regolata da una convenzione strutturata, come accadeva nell’era pre-Sciotto. I tempi non saranno rapidissimi. Sia dalla compagine allestita da Borgosano che da Palazzo Zanca filtrano cautela e attesa. La data chiave è quella del 20 marzo: fino ad allora infatti l’ex presidente Pietro Sciotto potrebbe attivare la clausola risolutiva espressa del contratto d’acquisto, considerato che Aad è inadempiente.
A quel punto il 100% delle quote tornerebbe al presidente uscente e l’amministratore Doudou Cissè e il presidente Stefano Alaimo non sarebbero più interlocutori validi. Considerato il silenzio del socio di minoranza si dovrà attendere. Un dietrofront appare improbabile ma tra una settimana saranno più chiari vari aspetti, anche perché la fiduciaria lussemburghese incapace di dare un seguito ai proclami del 31 gennaio scorso si è impegnata a versare 2,5 milioni di euro allo stesso Sciotto. L’ex presidente potrebbe avviare un’azione risarcitoria che rischia comunque di produrre pochi risultati e avrà tempi lunghi.

Considerato che il consulente incaricato da Cissè e Alaimo, Francesco La Fauci, ha rimesso da tempo il suo mandato, la cordata americana è in contatto con Giovanni Giliberto, commercialista dell’Acr Messina fin dal luglio 2017, quando Sciotto fondò il nuovo Acr dopo avere aderito al bando promosso dall’allora sindaco Renato Accorinti. Gli scambi di documentazione, curati anche da altri collaboratori, proseguono e da New York sono state richieste alcune integrazioni.
A mezzanotte del 14 marzo intanto è scaduto il termine fissato dalla “Coaps”, la Commissione istituita dalla Covisoc, che monitora acquisizioni e partecipazioni societarie. Dal Lussemburgo non sarebbe arrivata alcuna documentazione, a conferma della totale inconsistenza di Aad, che pure per mesi era stato indicato dalla proprietà uscente come l’unico acquirente in grado di garantire un futuro sereno al Messina. La pubblicazione delle motivazioni della pronuncia del Tribunale Federale Nazionale ha chiarito che è stata orginata dal mancato versamento, entro il 17 febbraio, di 113.180 euro (46.271 per le ritenute Irpef e 66.909 per i contributi Inps).

Secondo quanto è filtrato, appare improbabile un ricorso in secondo grado davanti alla Corte Federale d’Appello, anche perché la decisione potrebbe essere rivista in senso peggiorativo, con un inasprimento del -4. Come dimostrano i casi di Taranto e Turris la pazienza in Figc volge al termine e le sanzioni sono sempre più rigide e ci si potrebbe spingere fino ad un -6 mentre uno “sconto” sarebbe immaginabile soltanto con un pagamento tardivo e una credibile svolta societaria.
Per l’Acr sarà fondamentale onorare entro il 16 aprile almeno la scadenza del trimestre precedente mentre un ulteriore inadempimento dei pagamenti successivi porterebbe ad una penalizzazione da scontare nella stagione successiva e non all’esclusione prospettata dal presidente del Trapani Valerio Antonini. L’auspicio è che prima di quella data un cambio di passo si sia finalmente concretizzato. Altrimenti i lodevoli sforzi di Crimi e compagni rischiano di essere nuovamente vanificati.