A 17 anni non ancora compiuti (li festeggerà il prossimo 29 dicembre), Francesco Sanfilippo è già assurto agli onori delle cronache della prima squadra del Riviera Messina Nord. Nelle cui file – a dispetto di una precaria posizione di classifica – ha già raccolto 12 gettoni di presenza da portiere titolare tra la stagione in corso e quella precedente. Domenica scorsa le sue prodezze, specialmente durante gli istant finali, hanno permesso alla ai rivieraschi di strappare il pari al “Garden Sport”, negando il successo ai “cugini” del Pistunina che peraltro si sono comunque complimentati con lui.
Una sfida, l’ultima stracittadina del girone B di Promozione, che resterà a lungo scolpita nella memoria di questo ragazzo garbato, sempre sorridente e dalla faccia pulita: “E’ stata la mia miglior gara fino a questo momento – sottolinea Sanfilippo- specialmente perchè nel finale, anche con un pizzico di fortuna, ho tenuto il risultato in pareggio muovendo la classifica. A livello personale sono molto soddisfatto, l’anno scorso ho cominciato ad assaggiare il campo, anche se solo per due spezzoni di gara, ma quest’anno le buone prestazioni in Coppa mi hanno permesso giocare con continuitá, ed è questo quello che conta principalmente. Voglio cominciare a farmi le ossa giocando con gente esperta e soprattutto con un grande amico, oltre che collega, Nino Salvatore che mi corregge e mi aiuta rendendomi il compito piu semplice”
Tra l’altro sei entrato anche nel giro della rappresentativa regionale Juniores…
“Ieri (lunedì, ndr) sono stato convocato a uno stage che penso sia andato bene, sia per me che per il mio amico e compagno dai tempi del Cittá di Messina, Ciccio Alessio. Qualunque sia l’esito, è giá un grande passo in avanti aver ricevuto la convocazione, ciò mi rende orgoglioso e mi fa capire di essere seguito con interesse. L’anno scorso ho partecipato alla rappresentativa Allievi provinciale, ed è stata un’altra esperienza stupenda”.
Racconta le tappe della tua carriera.
“Sono cresciuto sul campo dei Rogazionisti, un terreno di gioco molto piccolo vicino casa che mi ha dato le prime soddisfazioni con la maglia dello Junior Club Curcuraci. Poi è arrivata la chiamata del Cittá di Messina che poteva, ed ha, svoltato la mia carriera calcistica perchè da li ho cominciato ad assaporare l’ambiente professionistico. Dopo due anni di alti e bassi, assieme alla pubalgia che mi ha tenuto ai box 4 mesi, rischiavo di stare fermo, ma il presidente Massimo De Domenico mi ha voluto con lui in squadra. Inizialmente pensavo di fare le giovanili, ma poi la chiamata in prima squadra ad ottobre della scorsa stagione mi ha permesso di allenarmi sin da subito con gente da cui ho solo da imparare. Da quel momento in poi ho sempre fatto parte della prima squadra e sono contento di poter giocare per una maglia che ho sempre rispettato, dagli Allievi, alla Juniores di mister Sandro De Domenico, alla prima squadra dell’ex Nino Naccari e dell’attuale mister Tomarchio che ha tanto da trasmettermi. In prima squadra ho fatto due presenze l’anno scorso, contro l’Enna e il Randazzo entrambe nel girone di ritorno, quest’anno oltre i due impegni col Pistunina in coppa Italia, non ricordo con esattezza le partite giocate, dovrebbero essere circa 8 ma il mio intento è di giocarne il piú possibile per affermarmi con continuità in una categoria dove c’è un mix di giovani e giocatori navigati come la Promozione”.
Quali ritieni siano i tuoi pregi e difetti?
Probabilmente il mio unico pregio è che, quando gioco una partita, cerco di dare il massimo perchè nessun match è da sottovalutare. La concentrazione è fondamentale e anche se ho fatto qualche piccolo errore quest’anno, lavoro ogni settimana per migliorare l’atteggiamento in campo, l’attenzione e ovviamente la tecnica tipica del portiere, ma questo lavoro lo lascio al Mister Tavilla e al mister Cento che mi seguono con passione. Il mio difetto, sottolineato sempre da mio padre, è quello di non fidarmi di me stesso, di sottovalutarmi. Purtroppo prima di riuscire a giocare bene, sfruttando a pieno le mie qualitá, ho bisogno di trovarmi a mio agio con ogni singola persona, dai compagni all’allenatore alla dirigenza”.
A quale portiere famoso ti ispiri?
“Non mi ispiro a Buffon perchè da piccolo era il portiere a cui si ispiravano tutti i miei amici, io ho sempre preferito Iker Casillas, un esempio di serietà e portiere di grande esperienza e sicurezza”.
Complimenti per la tua proprietà di linguaggio, non comune tra i coetanei calciatori.
“Il 7 in italiano si vede – sorride Sanfilippo -. Frequento il liceo linguistico perchè mi piace molto viaggiare, e può aprirmi varie porte. In futuro, spero di fare qualcosa di importante a livello calcistico, sono sempre rimasto coi piedi per terra quindi non mi aspetto di certo di giocare in serie A, ma mi impegnerò per raggiungere il piú alto livello possibile”.
Cosa ne pensi dell’attuale ultimo posto in classifica del Riviera?
“La situazione non è delle migliori, ci ritroviamo in fondo alla graduatoria nonostante un organico che, secondo me, potrebbe benissimo avere 10 punti in piú. Sono sicuro che il presidente riuscirá ad introdurre qualche elemento importante che possa rafforzare la squadra nel mercato di dicembre, anche se abbiamo dimostrato di saper giocare, e anche molto bene, senza fenomeni nè “top player”. Ci impegneremo per fare un girone di ritorno perfetto, raccogliendo più punti possibili per far restare questa squadra nel terzo anno consecutivo in promozione. Ovviamente speriamo in una salvezza diretta, ma nel caso di play-out saremo pronti, come l’anno scorso, a salvarci con le unghie e con i denti”.
Le tue favorite per la vittoria finale nel girone B di Promozione?
“Credo che il Città di Milazzo sia in pole per la conquista della vetta, ho visto una squadra organizzata, con un grande allenatore e dei giocatori di categorie superiori, sicuramente anche lo Sporting Taormina puó dire la sua, ma lo colloco un gradino sotto”.
La parola passa infine al presidente rivierasco Massimo De Domenico, che con il proprio “portierino” usa più spesso il bastone che non la carota, ma che neppure troppo velatamente lo considera come un figlio, a giudicare da come si entusiasma quando gli chiedono del proprio “pupillo”. “E’ nato il 29/12/96 e per soli 3 giorni non è un ’97, cioè un allievo. Per me potenzialmente può diventare qualcuno, ma servono sacrifici e anche un pizzico d fortuna. Lo rimprovero sempre perchè ha un occasione unica e possiede delle doti di natura”.