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Problemi con l’Agenzia delle Entrate: il Messina continua a muoversi con cautela

Il Messina continua a lavorare per presentarsi il prossimo 30 giugno con tutte le carte in regola per l’iscrizione al prossimo campionato di terza serie. I contatti con i calciatori avvenuti alla fine della scorsa settimana hanno avuto esito positivo ed i sei atleti attualmente sotto contratto (Berardi, De Vito, Madonia, Musacci, Akrapovic e Rea) hanno dato la propria disponibilità a “spalmarsi” gli ingaggi.

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I giocatori del Messina (foto Vincenzo Nicita Mauro)

Adesso tocca mettere tutto nero su bianco, vale a dire arrivare alle famose attestazioni da parte degli stessi calciatori, propedeutiche al completamento della pratica. Nel tardo pomeriggio di ieri la società ha diramato una nota stampa, dalla quale trapela un cauto ottimismo: “A.C.R. Messina comunica che prosegue senza sosta l’attività amministrativa funzionale all’iscrizione al prossimo campionato di serie C secondo condizioni, termini e scadenze prescritte dalla vigente normativa federale. Ulteriori informazioni verranno comunicate ufficialmente” in seguito.

Tornando alle “liberatorie”, va sottolineato come gli accordi sono già stati raggiunti ma il famigerato colpo d’acceleratore atteso per ieri non c’è stato. Tutto questo – trapela da fonti societarie – a causa della decadenza di una rateizzazione con l’Agenzia delle Entrate per alcune imposte da versare.

Agenzia delle Entrate
Il Messina deve sanare la sua posizione debitoria con l’Agenzia delle Entrate

La proprietà resta dunque in attesa che Riscossione Sicilia, agente per la riscossione, riceva notifica telematica da parte della stessa Agenzia delle Entrate ed emetta il ruolo esattoriale per l’ammontare del debito residuo. Solo allora – chiariscono ancora le fonti dirigenziali – si potrà procedere ad una nuova rateizzazione. Motivo per il quale la società ha deciso di agire con la stessa prudenza che si può avere all’interno di una cristalleria.

La proprietà non vuole infatti compromettere l’intero iter per l’iscrizione, che prevede sempre una tassa da 60mila euro ed una fideiussione da 350mila euro, non avendo la certezza di poter adempiere a quanto richiesto dalla Covisoc. Il rischio temuto dai dirigenti è quello di pregiudicare ulteriormente la situazione patrimoniale dell’ACR Messina, già resa abbastanza debole dalla presenza di un consistente monte debitorio.

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