Una grande occasione persa, un vero e proprio match-ball salvezza andato in fumo. Ha di che rammaricarsi il Messina, perché il secondo ko interno stagionale ha il sapore dell’incompiuta. La Fidelis Andria vista al San Filippo, o “Franco Scoglio” che dir si voglia, era una squadra assolutamente alla portata dei giallorossi.
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Decimata da infortuni e squalifiche, con 6 elementi indisponibili più Grandolfo non al meglio, la squadra di Luca D’Angelo ha interpretato meglio il match, mostrando quella cattiveria che invece è mancata al Messina, specie nei momenti che contano della gara, rivelatosi incapace di raddrizzare una partita che lo ha visto andare subito sotto. Scacco matto in 3 minuti verrebbe da dire ed effettivamente è stato così, con i pugliesi che hanno dimostrato un encomiabile senso di squadra, una migliore capacità di stare in campo, una maggior cattiveria agonistica ed anche una buona condizione fisica.
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Fattori che Giorgione e company non possono aver smarrito di punto in bianco, perché la buona prestazione di Matera è distante appena 8 giorni. La Fidelis Andria ha voluto di più questa vittoria e quindi onore a lei, ma è proprio questo che deve far scattare un campanello d’allarme in tutto l’ambiente. Vincendo i peloritani avrebbero compiuto un passo decisivo verso la salvezza, invece si ritrovano risucchiati nella lotta per evitare i playout, seppur in posizione privilegiata.
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I 6 punti di margine sul quintultimo posto sono un discreto bottino da non depauperare con prestazioni superficiali e poco cattive sotto il profilo agonistico, anche perché l’ultimo posto per gli spareggi salvezza è occupato proprio dal Catania in odore di cambio della guida tecnica e che ha tutte le carte in regola per poterne uscire. Il calendario, però, offre delle occasioni da non fallire, come la trasferta a Rieti contro la Lupa Castelli Romani, fanalino di coda, e a seguire il doppio turno casalingo con Foggia e Melfi. Se la sfida contro i “satanelli” è da bollino rosso, quelle contro i laziali e i lucani sono chance da cogliere al volo, per 6 punti che certamente consentirebbero di respirare a tutto l’ambiente, facendo dormire sonni tranquilli alla società.
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Tornando al match contro i pugliesi, deve far preoccupare la condizione atletica di qualche elemento: De Vito è sembrato avere un altro passo rispetto a Paterni (appena 50 minuti giocati in campionato sin qui), mentre a centrocampo la palla girava con molta meno fluidità. In questo senso non sembra aver pagato la scelta di inserire un giocatore più propenso alla rottura come Giuseppe Russo, rispetto a Baccolo che invece si è trovato a proprio agio a ricoprire il ruolo di regista. Anche per questo, i giallorossi hanno fatto fatica ad imbastire l’azione giusta, in grado di rimettere in sesto una partita subito in salita, in cui anche il vento si è preso beffa dei padroni di casa, cambiando direzione dopo aver tirato in senso contrario per tutto il primo tempo. Occorre ricollegare immediatamente il cervello e il cuore, perché da qui a Pasqua il Messina si gioca tanto, tantissimo, praticamente tutto.