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Presentato a Messina l’ultimo romanzo di Santo Gioffrè, “L’opera degli ulivi”

E’ stato presentato presso l’Aula Magna “L. Campagna” del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche di Messina, il romanzo storico-sociale “L’opera degli ulivi”, di Santo Gioffrè. All’incontro erano presenti l’autore e i professori Mario Calogero, Luigi Chiara e Giovanni Moschella. Santo Gioffrè, autore di numerosi studi sulla terra calabra, di romanzi e, tra gli altri, del romanzo “Artemisia Sanchez” (da cui è stata tratta una fiction televisiva), questa volta narra la tragica storia di uno studente universitario calabrese, la cui vita si svolge tra Messina e un paese della Calabria, tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni 80.

Un momento della presentazione del romanzo “L’opera degli ulivi”

Una occasione per fare un salto in un passato relativamente recente, probabilmente ancora da esplorare, ma che tuttavia appare sociologicamente lontano. Siamo alla fine degli anni ’70, Enzo Capoferro viene mandato dal padre, dal paese aspromontano in cui risiede, a Messina per studiare Medicina. L’Ateneo siciliano “ribolliva per le lotte politiche e per la violenza di matrice ‘ndranghetista che ormai da anni, in commistione con l’eversione di estrema destra, controllava tutte le attività legate al mondo universitario”. Il giovane, militante politico di sinistra, diviene presto il leader della protesta e della lotta di quella parte politica. Conosce Giulia e ne nasce una bellissima storia d’amore. Lei lo sostiene in tutte le lotte. Quando Enzo, a causa di una compromissione ancestrale, avuta per diritto di nascita, per obbligo di discendenza, viene risucchiato nella faida di ‘ndrangheta che vede protagonista la sua famiglia, nel suo paese, Giulia rimane per lui l’unica speranza di vita. Credeva che le sue convinzioni non ammettessero alcun cedimento e invece si ritrova a combattere per vendetta. “Le risultanze delle varie commissioni parlamentari d’inchiesta e qualche lavoro di ricerca, pochissimi a dire il vero, pubblicati su quell’epoca – ha sottolineato Santo Gioffrè – indicano, con precisione, anche col medesimo assioma terminologico, quel periodo come uno dei più eversivi sorti in Italia, per il connubio tra ‘Ndrangheta ed eversione nera e che proprio a Messina si saldò, in quegli anni. Diversi interessi legati a tanti aspetti di un corredo criminale, allora, si concentrarono a Messina dove operavano, anche, Logge massoniche deviate. Di quel mondo, ora, per fortuna, a Messina nulla più esiste e la Città e tutt’altra cosa rispetto ad appena 40 anni fa”.

Grazia Maria Managò

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Grazia Maria Managò

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