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Pozzecco: “Uno squalo attaccò Basile. Calderon? Farebbe poco in un Barcellona-Patti”

Un personaggio come Gianmarco Pozzecco manca tanto alla pallacanestro italiana. Protagonista, a volte discusso in campo e fuori, dà sempre spettacolo anche nelle interviste. In quella concessa al portale infobetting.com non mancano i riferimenti alla nostra provincia. D’altronde il Poz ha smesso di giocare e ha avviato la carriera di allenatore proprio nell’Orlandina, prima di trasferirsi qualche mese a Varese e poi da assistente di Mrsic al Cedevita Zagabria. Ora vive a Formentera, si diverte a giocare con gli amici e ha mantenuto la stessa vena di lucida follia che lo ha reso famoso. Ecco perché ci è sembrato giusto riproporre alcuni stralci della sua chiacchierata con i colleghi.

Pozzecco
Pozzecco e Basile con l’Argento Olimpico di Atene 2004

Pescatore come Baso: è una possibilità?
Quando allenavo il Baso a Capo d’Orlando, il giovedì mattina non potevo fare allenamento perché lui doveva andare a pescare. Un giorno è arrivato in palestra con la mano fasciata: mi ha raccontato di aver pescato un tonno, che però era stato azzannato da uno squalo mentre lo portavano sulla barca. Per salvare il tonno, Baso si era tagliato con l’amo. Una storia inverosimile, se a raccontarmela non fosse stata lui. Baso ha rischiato di essere il primo giocatore nella storia dello sport a saltare una partita per essere stato attaccato da uno squalo. La risposta a questa domanda quindi è: “Pescatore no, non è una possibilità”.

Teodosic e tanti altri europei in NBA. Tu avresti voluto e potuto. Rimpianti?
Dico solo una cosa: Calderon ora gioca a Cleveland: non lo conosco personalmente, ci ho giocato contro qualche volta. Una domanda la faccio io a voi. Mancano 24 secondi, palla decisiva: date la palla in mano a Calderon o a Djordjevic? Sasha giocò qualche mese a Portland, poi si stufò e firmò per il Real Madrid. Appena sceso dall’aereo, dominò la partita di campionato contro il Barcellona. Se domani Calderon tornasse da Cleveland farebbe 15 punti in Barcellona Pozzo di Gotto-Patti e solo se la partita va al supplementare, altrimenti 10. Se poi qualcuno mi risponde che quella palla la darebbe a Calderon, gli do il numero di un ottimo psichiatra oppure lo faccio parlare con Boscia Tanjevic.

José Calderon
Lo spagnolo José Calderon con la maglia di Cleveland

Perché nessuno dice che la regola dei tre passi tu l’hai introdotta venti anni fa?
Non ho mai fatto passi in vita mia: anni fa, quando allenavo l’Orlandina, discussi animatamente con Corrias per un video nel quale secondo lui un giocatore muoveva il piede perno partendo in palleggio. Gli dissi che io l’avevo fatto nel corso di tutta la mia carriera e nessuno me l’aveva fischiato, un po’ come succede ora col giro dorsale. Sempre fatto, mai sanzionato. Ora sì.

Dopo il basket per te che c’è?
Il Basket. Da qui alla fine dei miei giorni il basket ci sarà sempre. È un hobby e una passione oltre ad essere stato il mio lavoro per tanti anni. Non smetterò mai di guardarlo, di parlarne con gli amici.

Quanta pallacanestro guardi e quale?
Tutta. Con la NBA fatico un po’ in regular season a meno che non ci siano partite con qualcosa in palio, una rivalità forte. L’Eurolega è il top e negli ultimi anni la pallacanestro italiana sta migliorando molto.

Cecilia Zandalasini
Cecilia Zandalasini, stella nascente del basket femminile italiano

Dieci anni fa dichiarasti: “Mi sposerò se vincerò lo scudetto”. Eravate penultimi, allora. A che punto siamo?
Mi sposo a primavera, con una ragazza di Valencia che si chiama Tania. Dice che la tengo nascosta ma non è vero. È che sono poco Social in generale. Zuckerberg lo metterei al rogo: ha rovinato la vita a un’intera generazione e anche a miei coetanei che ora sono schiavi dei Social. Anche la vita mondana di Milano è peggiorata. Ne parlavo l’altro giorno col mio amico Davide detto Bandana. Una volta andavamo nei locali per conoscere qualche ragazza, ora fai la spesa su Instagram selezionando le foto. Roba di una tristezza epocale.

Il quintetto dei compagni più forti.
Te ne dico sei, mettili in campo come vuoi tu: Meneghin, Komazec, Richardson, Smodis, Baso e Mrsic.

Vero che insieme a Zandalasini tu sei il talento più puro del basket italiano degli ultimi anni?
Cecilia Zandalasini, numero 1. Clamorosamente forte, è bellissimo vederla giocare. Per me potrebbe giocare anche con i maschi, ora che i maschi tra l’altro sono scarsi. Mi impressiona la sua capacità di dominare un match pur essendo così giovane. Lei e Danilo Gallinari sono certamente i due talenti più luminosi degli ultimi anni.

Hai deciso cosa farai da grande?
Io sono un grande. Punto.

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