Due “Corona” per due re. Entrano insieme nella sala stampa “Daniele Di Noto” con in mano una bottiglia della nota birra messicana ancora da sorseggiare per ritemprarsi dalle fatiche emotive di una sfida palpitante, i due coach di Capo d’Orlando e Trento Pozzecco e Buscaglia e nelle parole si dividono quel primato sull‘Adecco Gold che nei fatti ora appartiene ad entrambe le compagini.
Sfida intensa e combattuta quella valevole per la ventisettesima giornata, con l’Upea avanti nel punteggio per tutta la gara, ma con un finale palpitante in cui la tenacia degli ospiti poteva portare ad un clamoroso epilogo con la conclusione di Forray per il possibile sorpasso che balla sul ferro prima di uscire nel risuono della sirena che sancisce il risultato finale di 85-83.
“La differenza tra noi e Capo d’Orlando – sgombra il campo dagli equivoci coach Maurizio Buscaglia – era solo la partita di Trento (vinta per 82-64 dall’Aquila, ndr). Abbiamo tirato per vincere ed è una grande soddisfazione per come si era messa la partita. Noi non abbiamo mollato: Capo d’Orlando è entrata sin dall’inizio più determinata favorita da qualche nostro errore difensivo negli scambi. Una somma di episodi vicini tra liberi sbagliati e la bomba di Basile. Passare lontano da Basile è state una pazzia e l’abbiamo pagata“.
“Noi – prosegue il tecnico di Trento – continuiamo a stare lì, in testa, a dare fastidio. Abbiamo dimostrato che a guidare siamo capaci, dobbiamo superare i quiz usando la metafora della patente di guida. Se qualcuno pensava che saremmo crollati nel girone di ritorno dovrà ricredersi, manca un pizzico, un qualcosa per fare il grande passo. Alle nostre spalle ci sono squadre super attrezzate, Verona, Torino e Barcellona non le scopriamo ora. Credo che stasera si sono affrontate le due squadre migliori, Capo d’Orlando è davvero forte, un arrivo punto a punto così c’era capitato anche con Biella“.
“Tecnicamente Capo d’Orlando – puntualizza Buscaglia – sa fare tutto. Giocare a campo aperto, in contropiede e a metà campo hanno 3-4 giocatori di grandissima esperienza che leggono la gara e sanno gestire le situazioni difficili. Da tecnico dell’All Star Game (in programma a Mantova il 17 Aprile, ndr) punterò a rispettare la volontà popolare e sicuramente il Poz che commenterà la gara, e mi dirà di togliere i suoi, ma non mi piace far calcoli sugli avversari“.
“Sono stanco. È stata una partita bella, intensa. Uno spettacolo – puntualizza coach Gianmarco Pozzecco – di grande livello anche per la cornice di pubblico. Trento ha dimostrato perché ha 38 punti. Non credo sempre ai numeri e alle statistiche e soprattutto a quelli della classifica, ma meritano il primato ed avete visto il perché con una gara intensissima. Hanno un giocatore, Pascolo che conosco da tempo, per me devastante. Ho giocato anche contro suo padre a Portogruaro ed è una ragazzo splendido. È migliorato a Trento e bisogna darne atto al lavoro della società che ci ha creduto e lavorato“.
“Io – prosegue l’ex play azzurro – però ho dei bimbi straordinari, una condivisione di quello che facciamo. Avrei forse potuto far giocare di più la panchina. Valenti è stato un acquisto eccezionale e Benevelli è rientrato da poco. L’importante, era vincere per mantenere le distanze dalle inseguitrici, non per raggiungere la vetta. Vincere le partite restanti non sarà semplice, non faccio mai calcoli. Giocheremo una partita alla volta cercando sempre di vincere, ora c’è il derby con Trapani e non sarà facile. Non chiedetemi se arriveremo alla fine, non lo so, ma sono veramente un allenatore fortunato. Non credo riuscirò mai a trovare una situazione come questa per il rapporto con i giocatori, con il presidente, il direttore sportivo, ed un ambiente come questo. Credo sia giusto anche per me che quando lascerò Capo d’Orlando, smetta di allenare“.
Da sottolineare a margine della gara, infine, un comunicato dal titolo “Il de profundis della pallacanestro” diffuso da varie tifoserie organizzate che ripercorre le criticità di un sistema di gestione del mondo della palla a spicchi italiani nell’ultimo decennio in cui tante sono le magagne emerse negli ultimi tempi e in verità sospettate da tempo, e per cui una serie di tifoserie organizzate esprime forte l’appello di “Ridare dignità al basket“.