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Messina

Porchi: “A Messina è passata buona parte della pallacanestro nazionale. Bei ricordi”

L’esperto allenatore reggino ha idealmente unito lo Stretto centrando ben dodici promozioni in carriera tra Sicilia e Calabria. Iniziò a Messina con la maschile (Frigogel), poi l’ascesa con la Pcr condotta dalla serie C fino alla semifinale scudetto. “Resto profondamente legato alla dirigenza di allora capitanata dal professore Correnti, un gentiluomo”.

Negli ultimi tre anni l’assenza di Enzo Porchi dalle panchine di pallacanestro non è passata inosservata. Il tecnico di Reggio Calabria non rinnega il suo credo, lui che ha vissuto un basket d’altri tempi fatica oggi a identificarsi in una pallacanestro  dominata da troppe contraddizioni anche a livello giovanile. Si è ritirato da giocatore della Viola Reggio Calabria ad appena ventitrè anni ma è in panchina che ha dato il meglio di sé. In oltre trent’anni ha raggiunto traguardi che l’hanno portato nell’élite della pallacanestro femminile con le sue gesta inevitabilmente riconnesse alla sua pluriennale esperienza alla Pcr quando Messina era una delle città di riferimento per l’intera massima serie e vantava roster di assoluto valore.

PalaTracuzzi
La strepitosa cornice di pubblico del PalaTracuzzi di Messina l’1 maggio 1994

La società rilevò la vecchia Oberdan e assunse la denominazione di Polisportiva Cestistica Riunita nel 1988 e legò a Porchi tutte le sue gioie ottenute sul campo con una scalata d’altri tempi attraverso quattro categorie in ben dodici stagioni. Quella però non fu la prima esperienza in panchina, Porchi infatti si alternò tra il settore maschile e femminile, rispettivamente alla Viola ed all’Olympia in serie B. Alla Frigogel Messina nell’82 la sua prima esperienza peloritana: “Una bella stagione, l’allora C1 era molto competitiva e probante. Abbiamo vinto ventitrè gare su trenta, non dimentico una sconfitta di stretta misura patita a Bari. Un bellissimo gruppo, s’instaurò uno stretto legame ed ancora oggi ricordo tutti quei protagonisti tra cui Cintioli e Speranza. Eravamo l’allora Cestistica mentre l’Amatori Messina militava in B con le due società che nel giro di un biennio si unirono con alla guida il professore Dispenzieri”.

Enzo Porchi
Porchi ha allenato per tanti anni a Messina

Il passaggio a guidare il settore rosa avvenne con estrema naturalezza, regalando le maggiori soddisfazioni al tecnico calabrese. Già allora s’intuivano le sue qualità e le differenze con la pallacanestro dei giorni nostra era evidente: Olympia e PCR sono state le mie società più rappresentative. Ho affrontato la A2 a Reggio, una stagione lunga con molti spareggi. Per garantire respiro alle società è fondamentale poter puntare su un nucleo di atlete locali perché prima il valore dei budget era principalmente destinato a far fronte alle spese di trasferte e all’ingaggio del tecnico se proveniente da fuori regione. Il progetto tecnico si sviluppava attorno alla figura dell’allenatore, a Messina avevo grande fiducia dalla piazza e rimasi in sella anche dopo una retrocessione”.  

Enzo Porchi
Enzo Porchi e la sua lavagnetta per gli schemi

L’epopea cittadina comincia a fine anni Novanta per merito di una dirigenza appassionata e molto vicina alla squadra che ha permesso a Porchi di poter lavorare al meglio: “Le partite al PalaTracuzzi si giocavano in un’atmosfera bellissima con oltre duemila spettatori presenti sulle due tribune già trenta minuti prima dell’inizio. Sono molto legato a quella dirigenza capitanata dal prof. Correnti che regalava sempre sorrisi durante gli allenamenti per tirarti su il morale. Altri amici sempre presenti nello staff erano Nino Donia, Sergio Magazzù e Carmelo Cardillo. A Messina ho visto passare buona parte della pallacanestro italiana, abbiamo vissuto tante belle stagioni tra loro indimenticabili. In organico avevamo la bosniaca Mujanovic che seppur in età avanzata era di un altro livello già per i soli allenamenti. Nel 1999 ci siamo resi protagonisti di un girone di andata ottimo con dieci successi prima di una rimodulazione del roster e tante partenze, schierai in quintetto Federighi un’ex campionessa europea cadette. Ripongo tutto nel cassetto dei ricordi”.

PCR Messina
Il logo della Pcr Messina

Le maggiori critiche coach Porchi le ascrive alla pallacanestro giovanile vittima di alcune incongruenze che non permettono la piena valorizzazione dei ragazzi ed alla formazione tecnica degli istruttori: “Il minibasket è entrato in un’evidente crisi perché concepito per essere un gioco propedeutico all’acquisizione dei fondamentali della disciplina adesso è visto come un’attività autonoma e fine a sé stessa. I ragazzini non hanno neanche uno sbocco per poter dare libero sfogo alla propria passione. Spesso nelle partitelle noto che i piccoli cestisti non toccano più di venti volte la palla con intervalli tra loro di oltre tre minuti. Così non puoi crescere anche perché nessuno insegna più i fondamentali, questo è un grave handicap. Anche i corsi di formazione che prima era scienza dogmatica, oggi sono semplici lezioni a pagamento. Mi ricordo il mio corso nazionale di allenatore dove ebbi relatori del calibro di Peterson, Arrigoni, Guerrieri e Aurisana che sviluppavano vere e proprie lezioni sui diversi temi”.

Le società ormai sono principalmente interessate all’aspetto finanziario, senza sponsor infatti non puoi competere né sfornare talenti: “Le ultime esperienze fuori città sono state nel 2007 sulla panchina della Fontalba Messina nella Poule Retrocessione di Serie B d’Eccellenza e successivamente nel 2013 a Catania alla Rainbow, una stagione comunque gratificante. Al momento sono fermo, adesso la capacità finanziaria la fa da assoluta padrone, se guardo la serie A1 non vedo competitor al duo Venezia-Schio che hanno ben altre capacità di spesa rispetto alle altre. Tra serie A2 e B c’è un divario troppo netto, nel massimo campionato regionale introdurrei un vincolo di provenienza che privilegi l’utilizzo di atlete autoctone a discapito di giocatrici da fuori che minano il movimento interno. In città spero possa ripartire l’ascesa della Viola che potrebbe partecipare alla serie B ma non è facile ricreare entusiasmo dopo annate di grandi contraddizioni e difficoltà economiche”.

Un premio per Enzo Porchi

La ripresa delle attività post Coronavirus appare molto difficile senza grosse novità da parte del sapere scientifico leggasi un vaccino che darebbe serenità all’intera nostra società: “La ripartenza dovrà avvenire in sicurezza ma se guardo al calcio i problemi sono molteplici. Rispettare i protocolli sanitari sarà impossibile soprattutto a livello regionale per cui settembre mi sembra troppo prematuro come scadenza. Infatti nei nostri impianti chi potrebbe far effettuare una quarantena ad atleti e arbitri ed in quali ambienti? Mi pongo inoltre un’altra problematica relativa al reperimento degli atleti perché ce ne sono molti validi del nostro territorio che trovano fortune fuori mentre le nostre realtà sono piene di stranieri che un domani faranno perfino fatica a giocare nel nostro paese dopo questa pandemia”.  

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