Tornare al successo casalingo per la definitiva svolta in campionato. La Jonica vuole allungare la striscia positiva, che con l’ottimo pareggio di Enna è arrivata a quota cinque gare, di cui ben quattro, però, sono terminate con il segno “X”. Nell’ultimo match casalingo contro la Leonfortese, concluso a reti bianche, sono mancati quel pizzico d’esperienza e di cattiveria necessarie a scardinare il muro difensivo ospite, ma la sensazione che si ha già da qualche tempo è che la formazione di Peppe Furnari abbia finalmente superato le difficoltà delle prime partite.
Dall’altro lato ci sarà un Milazzo intenzionato a dar seguito al successo casalingo contro il Misterbianco, saggiamente guidato in panchina da un tecnico esperto come Antonio Venuto che conosce bene i rischi di una sfida come quella del “Bucalo”. I rischi però li conosce bene anche l’estremo difensore giallorosso, Emmanuel Pontet, consapevole dell’importanza dei tre punti in palio domenica.
“Stiamo attraversando un buon momento. È vero che nell’ultimo periodo abbiamo vinto solanto la partita in casa con il Misterbianco, però fare una serie di risultati positivi in un campionato così equilibrato non è facile. Veniamo da un ottimo pareggio ad Enna contro una grande squadra, una delle favorite del torneo. Se esci indenne da un campo così vuol dire che hai comunque dei valori che vanno oltre le cifre tecniche che erano dalla parte dei nostri avversari. Domenica però ci aspetterà una partita completamente diversa, molto complicata, contro un’ottima squadra come il Milazzo. che è ben allenata e sempre ben disposta in campo. Sarà una partita equilibrata, conteranno gli episodi ma i tre punti ci permetterebbero di poter guardare al futuro con maggior tranquillità”.
Pontet non ha mai perso la fiducia nel gruppo, nonostante le difficioltà di inizio stagione: “L’entusiasmo e la convinzione che avremmo fatto bene non sono mai mancate. Nelle prime giornate di campionato i risultati non sono stati dalla nostra parte, ma le prestazioni sono sempre state positive e se giochi bene e si crea il giusto legame tra il tecnico e la squadra prima o poi vengono anche le vittorie. Va anche sottolineato come abbiamo avuto numerosi giocatori indisponibili tra infortuni, squalifiche e ritardi per i tesseramenti e quindi quasi mai abbiamo potuto esprimere il nostro potenziale. Adesso abbiamo imboccato la strada giusta, però essendo una squadra molto giovane spesso ci manca un po’ di cattiveria come capitato contro la Leonfortese. Il campionato è ancora lungo e possiamo toglierci delle soddisfazioni e fare bene”.
Pontet è anche preparatore dei portieri del settore giovanile, un ruolo che negli ultimi anni ha subito profondi cambiamenti: “Il primo grosso stravolgimento è arrivato dopo i Mondiali del 1990, quando è entrata in vigore la regola che il portiere non poteva più raccogliere il pallone con le mani sul retropassaggio volontario del compagno. Con il passare degli anni e con il maggior utilizzo della costruzione dal basso il portiere è diventato un giocatore di movimento aggiunto. Molto spesso viene anche coinvolto dai compagni, quindi deve avere dimestichezza anche con i piedi. Io cerco di trasmettere ai miei ragazzi quello che i miei allenatori a loro volta hanno insegnato a me. Con loro curo molto le basi del ruolo, il saper stare tra i pali, i tempi dell’uscita, le prese basse, la reattività e molto altro. Soltanto in un secondo momento si valuta se è il caso di curare anche il palleggio. Sicuramente un portiere moderno deve sapere usare anche i piedi, ma l’obiettivo primario è parare e garantire sicurezza alla difesa”.