Vincenzo Plescia non è riuscito a sfruttare un assist illuminante di Michele Emmausso. Dopo uno splendido controllo e una grande progressione l’errore a tu per tu con Ghidotti, che ha di fatto superato spedendo però la conclusione di un soffio a lato. Come era già accaduto ad Antonino Ragusa una settimana prima, l’attaccante ha fallito il ritorno al gol che avrebbe chiuso anche la contesa. Ovvio che in sala stampa l’episodio rappresenti il primo pensiero.
“È il rimpianto più grande, sarei ipocrita se dicessi il contrario. Sono felice per la vittoria su un campo importante, che ci dà ancora più consapevolezza nei nostri mezzi. Sicuramente le quattro vittorie in cinque gare non rappresentano un colpo di fortuna. Dietro c’è tanto lavoro del mister, che ci spreme, anche perché è uno zemaniano. Le sue squadre escono sempre fuori a gennaio e febbraio. Stiamo facendo bene e adesso magari potremo proseguire così, verso obiettivi più grandi”.
Plescia è un ex, già decisivo all’andata, e quindi la stampa avellinese gli ha chiesto un commento sulla discontinuità di risultati dei biancoverdi: “Mi dispiace ma non riesco a dare una spiegazione. Sono una delle squadre più blasonate, non so cosa possa originarlo. Conta molto anche l’entusiasmo: se fai un paio di vittorie di fila magari si crea, viceversa entri in una spirale negativa”.
Al di là del lungo digiuno (il gol manca da oltre tre mesi), l’attaccante palermitano sta disputando una stagione dignitosa, al pari di altri ex: “Non eravamo brocchi ad inizio stagione. Sto giocando un campionato normale, con alcune buone prove, ma non sono un fenomeno. Murano è già a quota 16 gol a Picerno mentre magari ad Avellino non ha vissuto una grande annata. Ad ogni modo Sgarbi, Gori e Patierno stanno facendo bene, hanno realizzato 26 reti in tre. Gli attaccanti vanno anche supportati”.