Si sapeva che per il quarantesimo compleanno dello Juventus Club Doc “Gaetano Scirea” di Santa Lucia del Mela stesse bollendo qualcosa di grosso in pentola, ma che si potesse arrivare addirittura al Re, anzi a “Le Roi”, era davvero difficile da pensare. Simbolo di uno dei cicli più vincenti della Juventus, Michel Platinì arrivò in Italia nel 1982 insieme a Zibì Boniek, ad arricchire una rosa formata quasi interamente da elementi che riportarono gli Azzurri sul tetto del mondo nella magica notte di Madrid.
Qualche settimana di ambientamento e poi Platini si prese la “Vecchia Signora”, trascinandola a vincere una Coppa Italia, due Scudetti, una Coppa delle Coppe, una Coppa dei Campioni, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale, fino al ritiro a 32 anni nel 1987. A questi successi vanno aggiunti anche i titoli personali e con la Nazionale transalpina, come i tre palloni d’oro consecutivi vinti tra il 1983 e il 1985, anni in cui si laureò capocannoniere in serie A, fino all’Europeo del 1984 vinto da assoluto protagonista.
Cinque anni meravigliosi, un connubio perfetto tra la Juve e Platini e la maglia numero 10 sulle spalle divenuta immediatamente simbolo di uno stile di gioco elegante e raffinato, tanto apprezzato dall’avvocato Gianni Agnelli, suo grandissimo estimatore. Proprio in quegli anni a Santa Lucia del Mela, il 15 febbraio 1984, sorgeva lo Juventus Club diretto ormai da tanti anni da Benedetto Merulla, che più di tutti ha voluto fosse proprio Platinì a tenere a battesimo il quarantennale di una realtà divenuta punto di riferimento per tutti i tifosi juventini della provincia. Per un ospite così valeva la pena aspettare fino al prossimo 17 novembre.
Per Merulla è anche un modo per abbracciare uno dei giocatori a cui è più affezionato: “Michel Platini ha fatto la storia del calcio. Io sono diventato juventino proprio negli anni in cui lui era il simbolo di una squadra fortissima, che ha vinto tutto in Italia e in Europa. Tanti bianconeri della mia generazione potranno conoscere un idolo assoluto. Non amo fare classifiche ma non esagero se lo metto tra i primi della storia del calcio insieme ai vari Maradona, Pelè, Cruijff, Van Basten, Ronaldo e Messi. Al di là dell’affetto dei tifosi della Juve restano i tre palloni d’oro consecutivi, i titoli di capocannoniere vinti nella serie A dei primi anni ’80, che era il campionato migliore del mondo, o l’Europeo del 1984, vinto da assoluto protagonista”.
Non è stato facile portare Platini a Santa Lucia del Mela: “Essendo stato anche presidente dell’Uefa, è molto impegnato e non lo si vede mai come ospite nei club. Recentemente è stato soltanto a Catanzaro, in occasione della presentazione del libro di Massimo Mauro, che è un suo grande amico. Il legame con la Juve e i tifosi è indissolubile ma si registrò soltanto qualche apparizione nei club torinesi negli anni della sua permanenza in Italia. Questo aumenta il valore e il prestigio dell’appuntamento del 17 novembre”.
Merulla, che è anche assessore allo sport del Comune di Santa Lucia del Mela, annuncia un’altra iniziativa: “Il 15 novembre, due giorni prima dell’arrivo di Platinì, sarà svelato il murale dedicato a Paolo Rossi, proprio alla presenza della moglie Federica Cappelletti. L’opera sarà realizzata al Palazzetto dello Sport che è già intitolato a “Pablito”. L’impianto quasi certamente ospiterà l’incontro con Platinì e mi aspetto un bagno di folla, senza dimenticare che sarà ospite anche Salvatore Giglio, storico fotografo ufficiale della Juventus, che attraverso le fotografie ha raccontato i successi bianconeri di quegli anni”.