Il direttore sportivo del Messina Marcello Pitino, ai microfoni di Tcf, ha espresso la sua soddisfazione per il raggiungimento della salvezza, ottenuta con due giornate di anticipo: “Dal mio arrivo e quello di Lello Manfredi pensare che la squadra già il 10 aprile fosse salva potendo programmare con calma la prossima stagione era impensabile però devo dire che dopo una fase iniziale di profondo sconforto generale e abbandono psicologico giorno dopo giorno questi ragazzi hanno dato tanto. La situazione era molto complessa, la società ha voluto riportare alla normalità la gestione del gruppo e dato serenità”.
Lo spogliatoio è stato decisivo, dopo un girone di andata da dimenticare e tanti stravolgimenti dirigenziali oltre che tecnici: “Non c’era un coinvolgimento collettivo ma tanta individualità, col tempo è cresciuto il senso di gruppo. Abbiamo fatto un’impresa che verrà ricordata positivamente da tutti. Contava restare uniti per salvarci divertendoci. Al campo ho visto la felicità della gente e del presidente dopo mesi bui. Il nostro gruppo di lavoro quotidianamente monitorava le reazioni della squadra e gli innesti hanno seguito una logica di personalità e carattere per innalzare intensità negli allenamenti e carattere del gruppo. Ragazzi di forza morale chiamati a dare il massimo al gruppo”.
Le trasferte più temute hanno scosso una squadra e una piazza che erano depresse: “Palermo e Bari fuori casa rappresentavano due gare proibitive, pensavamo di non raccogliere punti e invece ci siamo esaltati. Se prima la squadra alla prima disavventura crollava poi ha iniziato a lottare. Messina l’ho vista spenta e demotivata come partecipazione, durante la mia prima esperienza eravamo riusciti a coinvolgere il pubblico con operazioni simpatia. La città ha sofferto a livello calcistico numerosi fallimenti e disavventure con molti cambi di società. Occorrono quindi riferimenti chiari e sicuri”.
Il finale di stagione ha sancito anche la riconciliazione con il pubblico: “La demotivazione dei ragazzi al mio arrivo c’era perché anche dall’esterno si avvertiva poco o niente. Adesso ho sentito il sostegno di chi realmente vuole bene al Messina, dando un contributo di positività. Non pensavo di vedere oltre quattromila persone al campo con il Taranto in una giornata climaticamente difficile e la curva felice al fischio finale dà grande soddisfazione. Per la prima volta in casa abbiamo sentito il calore della gente, bisogna riportare la gente al campo perché c’è un grande potenziale. Bisogna credere in una ripartenza e un possibile ritorno nel calcio che conta”.