Con il “pifferaio” la musica è subito cambiata. Federico Piovaccari, l’ultimo tassello del mercato invernale del Messina, è stato tra i protagonisti della rimonta al “Barbera”, da 2-0 a 2-2, contro il Palermo. Intervenuto nel corso di “Contropiede”, trasmissione sportiva di Tcf, l’attaccante scuola Inter ha raccontato il suo esordio con la maglia giallorossa, avvenuto subentrando ad inizio ripresa: “È stata una gara bella ed emozionante. Sapevamo che il Palermo giocando in casa sarebbe partito subito forte. All’inizio eravamo troppo titubanti e poco produttivi in fase offensiva, ma col cambio di modulo e l’ingresso nella ripresa mio e di Russo il ritmo partita è mutato. Abbiamo subito avuto l’occasione per fare il 2-1 e poi siamo stati bravi a pareggiare. C’è un filo di amarezza per non aver capitalizzato l’occasione che mi è capitata per ribaltare il match, altrimenti sarebbe stata una grande gioia. La rosa è molto giovane, con gli arrivi dei vecchietti l’esperienza può aiutare anche loro. Queste gare nei momenti di difficoltà richiedono grinta e minori pressioni per esprimersi al meglio”.
“Nel secondo tempo non c’è stata storia – ha proseguito Piovaccari analizzando il derby – avevamo un altro spirito, trovando subito il gol del 2-1 che ha messo pressione ai rosanero. L’assist per Gonçalves? Ha realizzato un gol da bomber, ma la prossima volta gli ho detto che dev’essere lui a crossare per me. Questo è un bel gruppo, abbiamo tanti giovani in organico con ottime potenzialità. Dobbiamo solo lavorare e migliorare, poi il calcio è anche questione di fortuna. Abbiamo tutte le possibilità per arrivare alla salvezza il prima possibile”.
Un pizzico di rammarico per la chance del 2-3 sfumata tuttavia resta: “Pelagotti è stato un po’ sfortunato sulla prima rete subita perché la palla ha assunto una traiettoria strana e non era semplice segnare, mentre invece ha avuto maggiore fortuna sulla mia occasione respingendo di piede. L’attaccante ha sempre il dovere di fiondarsi sulle palle vaganti, devi rubare il tempo al difensore perché se lo perdi può intercettare la sfera. L’ho presa di esterno, parliamo di centimetri, perché magari se la impatti in modo differente cambia la traiettoria e metti fuori causa il portiere. In campo ho cercato di dare alcune indicazioni, non dovevamo abbassarci troppo dopo il pareggio ma continuare a giocare alti e lo abbiamo fatto. Dobbiamo essere contenti delle potenzialità che abbiamo“.
Il Messina lo aveva affrontato di recente da avversario, prima di sbarcare in riva allo Stretto. Allora la Paganese venne battuta per 2-1 in extremis. “Avevo giocato contro il Messina poco prima di Natale e già lì ho avuto una buona impressione della squadra. Con la Paganese avevamo pareggiato all’88’ prima di capitolare in pieno recupero, questo dimostra un buon punto di partenza e carattere. Adesso volto pagina, sono qui perché voglio dare una mano. La prestazione di Palermo non dev’essere unica. Pensiamo al Bari, cercando anche lì di provare a fare punti”.
La punta nativa di Gallarate, classe 1984, ha ancora molto da dare al calcio: “Sto bene fisicamente, mi preoccupa solo il dato anagrafico, ma ho tanta voglia. A Pagani di recente ho giocato cinque partite da novanta minuti, credo anche di essermi espresso bene. L’età alle volte è solo un numero, vedere Buffon che a 44 anni ancora si impegna al massimo sui campi di calcio ti fa capire”.
Poi ha spiegato i motivi dell’addio al club azzurrostellato: “Ho rescisso il contratto con la Paganese non per mia volontà ma per scelte societarie. Sono qui perché il ds mi ha voluto fortemente, avevo visto la squadra da poco e mi convinceva. Mi piace vivere in città sul mare, anche questo ha inciso nella mia scelta”.
Non è mancata una considerazione sul suo nuovo compagno di reparto: “Adorante è un ragazzo molto interessante che ha ampi margini di miglioramento. Era contento a fine gara, ha capito l’importanza di fare punti e conquistare la salvezza qui. Ho fatto una piccola chiacchierata con lui e mi ha detto che deve crescere e con la mia esperienza può migliorare tanto. Siamo tutti complementari nel reparto offensivo anche con Balde e credo che possiamo giocare tutti anche contemporaneamente. Nel calcio la forza dell’organico spesso non conta. La scelta che ho fatto è perché ho visto nel Messina le possibilità reali per salvarci, oggi penso solo a questa squadra. Mi mancano tre gol per arrivare al traguardo dei 150 gol in carriera e spero di arrivarci presto”.
In chiusura l’attaccante lombardo ammette di non avere particolari rimpianti a livello di carriera: “La recriminazione grande è quella di non aver potuto debuttare in serie A nemmeno per un minuto. Però sono andato all’estero e ho fatto un tipo di carriera che restando in Italia non avrei potuto fare. Ad esempio ho giocato in Champions League contro il Barça di Messi e giocato al Bernabeu contro Ronaldo. Il gol che mi resta impresso è quello segnato al Legia Varsavia, che ci ha consentito di approdare ai gironi di Champions League”.