Nonostante le perplessità e la cautela di alcune dei protagonisti, i due gruppi interessati a subentrare nella gestione dell’ACR hanno di fatto unito le forze. A confermarlo è Carmelo Picciotto, presidente di Confcommercio e promotore del progetto “My Messina”, dopo il proficuo incontro con Arturo Di Napoli, uomo simbolo della cordata che fa riferimento a Micali e Stracuzzi: “Si tratta di un calciatore dal grande curriculum e questo ci offre garanzie di un certo tipo dal punto di vista dei risultati sportivi. Non escludiamo nessuno ed anzi puntiamo ad una dirigenza forte. Peraltro la Confcommercio non può che puntare all’unione delle forze in campo. Il nostro è un progetto inclusivo, fortemente legato alla messinesità e quindi la presenza di Arturo è un altro punto a favore in questo senso”.
La grande incognita è legata ovviamente ai bilanci dell’ACR Messina: “Speriamo che non emergano problemi dalla lettura delle carte, anche se Giovanni Di Bartolo è ottimista sulla possibilità di abbattere i debiti, che fanno in gran parte riferimento ad anticipazioni del socio unico, che quindi è lo stesso Lo Monaco”. Il patron ha assicurato a più riprese che non intende recuperare in toto quelle somme e secondo quanto vi avevamo già rivelato per congedarsi si accontenterebbe del “rimborso” dei fondi relativi all’iscrizione (chi subentra dovrebbe prestare una fideiussione in sostituzione di quella fin qui garantita dall’attuale proprietà) e del versamento dell’ultima tranche dei fondi relativi all’età media, quantificabile in 230.000 €.
Picciotto preferisce non illudere nessuno sul tema dell’eventuale ripescaggio in Lega Pro: “Che prospettive ci sono in tal senso? La squadra è stata iscritta alla serie D. È inutile fare voli pindarici su altre ipotesi, che al momento restano tali”.
Una questione fondamentale sarà la definizione del ruolo di “Re Artù”, che potrebbe escludere altre ipotesi prospettate nei giorni scorsi (Benedetto Bottari è stato appena confermato ufficialmente dal Milazzo, mentre Antonio Venuto èdestinato a rimanere a Gliaca di Piraino): “Non abbiamo ancora avuto modo di definire se sarà l’allenatore o avrà un ruolo dirigenziale nella costruzione della squadra. Di certo da lui mi aspetto risultati sportivi di spessore, in linea con il suo passato da calciatore”.
Picciotto ai nostri microfoni ribadisce la valenza di un’operazione che ha anche finalità sociali: “Sogniamo una città più viva, anche grazie al calcio. E vogliamo soprattutto che chiunque contribuirà all’azionariato popolare, versando anche soltanto qualche euro, possa sostenere una società degna di questo nome e non soltanto un progetto “mordi e fuggi”, come troppe volte è accaduto in questi ultimi anni. Puntiamo infine a riportare al campo le famiglie che si sono allontanate negli ultimi tempi”.
L’impressione è che per riportare la gente al San Filippo, o al Celeste se davvero i promotori del progetto intendono compiere questo salto nel passato, in una struttura sicuramente più a misura di un campionato dilettantistico, occorrerà anche un differente rapporto con la città. Picciotto ne è consapevole: “La Confcommercio, quando si impegna, lo deve fare nel migliore dei modi ed in tal senso punta ad attuare anche un’adeguata comunicazione sul territorio, che probabilmente è stata insufficiente negli ultimi anni”.