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Piccioni: “Mio figlio farà bene. Che battaglie a Messina, la città merita la C”

Enrico Piccioni è stato un centrocampista di ottimo livello, capace di collezionare oltre 400 presenze tra i professionisti tra gli anni ’80 e ’90, divenendo un’autentica bandiera della Cremonese che disputò due campionati di serie A tra il 1989 e il 1992.

Enrico Piccioni
Enrico Piccioni con la maglia della Cremonese

Reso celebre anche dai suoi vistosi baffi, sfidò tanti mostri sacri: “Ho avuto la fortuna di affrontare il Milan di Van Basten e Gullit e il Napoli di Maradona. All’epoca c’erano soltanto tre stranieri per squadra per regolamento. La maglia era una seconda pelle, c’erano altri valori ma poche telecamere. Anche per questo potevi magari trattenere un avversario per non farlo saltare e anche se fuori si era tutti amici in campo se ne dicevano di tutti i colori…”.

Ora sua figlio Gianmarco gioca nel Fc Messina, con cui si è appena sbloccato con la doppietta di Ragusa: “Sono contento che abbia sfruttato l’opportunità, lo sto seguendo con affetto, anche perché il marito di mia sorella, Bruno, che aveva il nostro stesso cognome, giocò a Messina, approdando quell’anno anche in Nazionale. La città mi ricorda tante battaglie e anche il mio grande amico Michelangelo Rampulla, con cui siamo stati tanti anni assieme a Cremona”.

Bruno Piccioni
Per Bruno Piccioni, zio di Gianmarco, 63 presenze e tre gol a Messina

Con Caballero fuori per infortunio, aumentano le responsabilità per Gianmarco: “Spero possa essere protagonista. Può fare molto meglio. Lo dico da papà ma anche perché l’ho allenato, alla Sanbenedettese e per due anni a Malta. Io andai lì in una formazione che solitamente lottava per salvarsi. Venne a trovarmi, in attesa di altre offerte dall’Italia e poi si fermò lì. Chiudemmo quarti e lui firmò una trentina di reti in due anni, in coppia con una grande punta, il montenegrino Bojan Kaljevic”.

Piccioni segue con grande attenzione il campionato, guidato dall’Acr: “C’è una bella lotta, che proseguirà fino alla fine. Messina è una piazza importante, che ha fame di calcio, un po’ come Catanzaro, dove ho vinto un campionato e trascorso due splendide annate. Hanno un bravissimo allenatore, che stimo tantissimo, come Raffaele Novelli, con cui siamo stati un anno assieme, frequentando il corso di Coverciano. Lo saluto con grande affetto”.

Il Fc insegue, rammaricandosi per i punti persi anche in virtù dell’imprecisione sotto porta: “Il calcio è fatto di momenti e situazioni. Ho seguito il derby, in cui l’Acr è stato cinico e ha segnato, mentre il Fc ha sbagliato molto. Capita anche questo. Il campionato sarà aperto fino alla fine e conterà anche l’aspetto fisico. Elementi come Lodi e Agnelli sono importanti”.

Gianmarco Piccioni
Gianmarco Piccioni in azione contro l’Acr Messina (foto Marco Familiari)

Comunque vada la C sembra finalmente dietro l’angolo: “Per come stanno andando le cose penso che ambedue le squadre abbiano le carte in regola per fare una C che una città con grandi potenzialità merita. L’anno prossimo dopo il Covid ci saranno tante squadre in difficoltà, lo vedo anche nella mia San Benedetto”.

Da Enrico qualche consiglio al figlio Gianmarco: “In estate aveva delle proposte in C, che non si sono concretizzate. Quando è arrivata la chiamata di Messina, gli ho suggerito di accettare. È il primo anno che scende in D. Può segnare ma con un partner al suo fianco anche servire tanti assist e far giocare la squadra. È bravo sull’ultimo passaggio, a volte dovrebbe essere più egoista. Conta comunque l’obiettivo della squadra”.

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