Per due gare è stato il 4-3-3 ereditato da Bertotto lo schieramento proposto da Sasà Marra, che contro Virtus Francavilla e Juve Stabia si è affidato, con alterne fortune, al 3-5-2 a lui più congeniale. Soprattutto a Castellamare sono arrivate le risposte sperate, con una delle big del torneo imbrigliata per oltre un’ora di gioco.
L’emergenza difesa, aggravata dalla squalifica di De Vito, originerà un nuovo cambio di modulo contro il lanciatissimo Foggia dell’ex Martinelli, che per la verità non ha ancora esordito, in quanto chiuso da Coletti dopo l’infortunio rimediato nel ritiro-bis di Norcia. Palumbo, che ha disputato soltanto una gara nel suo 2016 agonistico, è ancora ai box, mentre Rea dovrebbe almeno riprendere gli allenamenti nella settimana che si è appena aperta, per cui il suo ritorno sembra più vicino.
Con pochi difensori disponibili sarebbe un azzardo riproporre la retroguardia a tre di fronte a Berardi (positivo il suo esordio contro la Juve Stabia) e quindi sembra scontato l’arretramento degli esterni. A destra dovrebbe agire Ionut, che pure fin qui ha collezionato cartellini e ha sulla coscienza il rigore con il Francavilla ma garantisce la spinta che altrimenti manca in fase di possesso. Sulla sinistra Marseglia (titolare a Reggio Calabria) è favorito su Akrapovic. In mezzo spazio a Mileto e Maccarrone, che pure non è al top. La quarta defezione di un difensore imporrebbe la promozione di un giovane come Bruno o Fusca.
L’estrema fragilità della retroguardia suggerisce di rimpolpare il centrocampo. L’impiego di Mancini, che fin qui ha ottenuto soltanto uno scampolo a Castellammare, potrebbe portare a un inedito 4-3-1-2 in cui l’ex L’Aquila avrebbe modo di imbeccare al meglio Pozzebon e il rientrante Milinkovic. A proposito, dopo il franco-serbo, la società ha multato anche De Vito e Musacci, per il doppio rosso rimediato in Campania.
Il trio alle spalle del trequartista dovrebbe essere composto da Capua, Bramati e Foresta, fin qui tra i più positivi. Il romeno Lazar o Ricozzi le alternative, anche se il genoano, un punto cardine dello scacchiere di Bertotto, non ha trovato fin qui spazio con il suo successore. In avanti, in attesa dell’attaccante che arriverà a breve dal mercato degli svincolati, Madonia e Ferri rappresenteranno buone opzioni dalla panchina. Si rivedrà invece soltanto a dicembre Nicola Ciccone, mentre l’italo-canadese Cristiano Ciccone è sempre sprovvisto del transfer.
Gli equilibri precari dalla cintola in giù non rappresentano certo il miglior viatico contro una delle corazzate del torneo, che avrà peraltro l’occasione di iniziare la fuga con il quinto successo di fila, considerate le frenate interne di Lecce e Matera. Marra non può far altro che affidarsi alla verve di Foresta e del rientrante Milinkovic e magari alle qualità di Mancini o di Madonia a gara in corsa. Un aiuto determinante potrà arrivare anche dal pubblico. In attesa di tempi migliori e di definitive schiarite societarie (con le trattative volte a un cambio di rotta che si trascinano ormai da maggio…) qualche punticino pesante, strappato magari al tavolo delle grandi, potrebbe restituire ossigeno, autostima e consapevolezza nei propri mezzi a un Messina tartassato da sfortune, acciacchi, direzioni arbitrali un po’ avverse e già contestato dalla sua tifoseria.