Le indicazioni del neo tecnico giallorosso (foto Furrer)
È Gianluca Grassadonia l’uomo scelto dalla famiglia Lo Monaco per la successione di Gaetano Catalano. L’accordo, che sembrava essere sfumato dopo i primi approcci negativi, è stato raggiunto e formalizzato in tarda mattinata, in tempo per la ripresa della preparazione, fissata al San Filippo, dove è in programma anche un lungo faccia a faccia tra il patron Pietro Lo Monaco e la squadra, reduce dalla seconda figuraccia stagionale, quella con la Vigor Lamezia, che ha rinnovato l’amarezza per il precedente ed inatteso 0-3 con il Foggia. Annunciata in mattinata anche la presenza di Catalano, che si congederà dal gruppo con cui ha ottenuto il ritorno tra i Professionisti, centrato dopo cinque anni di attesa.
Grassadonia deve la sua notorietà principalmente alla lunga militanza da calciatore a Cagliari. In rossoblu complessivamente 138 presenze tra serie A e B tra il 1996 ed il 2003. Da allenatore invece si è sempre accomodato sulle panchine di formazioni campane. Dopo avere guidato la formazione “Primavera” della Salernitana l’esperienza in prima squadra, conclusa prematuramente. Poi subentrò a stagione in corso alla guida della Casertana, che quell’anno incrociò il Messina da avversario in serie D. Ingaggiato per tentare l’assalto alla promozione, chiuse il torneo al terzo posto alle spalle di Ebolitana e Forza e Coraggio Benevento, prima dell’eliminazione nei play-off per mano del sorprendente Sambiase.
Infine la positiva avventura alla guida della Paganese, con cui centrò i play-off promozione e l’approdo in Prima Divisione e nella stagione successiva in terza serie un buon nono posto, mancando l’accesso ai play-off ottenendo con tre giornate di anticipo la permanenza diretta. Un doppio precedente felice per il 41enne, che i Lo Monaco sperano possa essere di buon auspicio, dal momento che il Messina non vuole certo fallire l’aggancio all’ottavo posto, distante adesso sei punti, che garantirebbe l’approdo nella prossima serie C unica. A Caserta propose con continuità il 4-3-3, impiegando a volte anche il trequartista, ovvero la soluzione più gradita a Guadalupi, la “stella” del Messina il cui rendimento non ha fin qui rispettato le enormi aspettative estive, anche in virtù di una lunga assenza per infortunio e del successivo impiego in una posizione a lui meno congeniale.
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