Gli ultimi due mesi in casa ACR sono stati caratterizzati da una serie infinita di indiscrezioni ma da pochissime dichiarazioni ufficiali. A rimanere per settimane in silenzio anche il vice-presidente Niki Patti, uno dei pochi “trait d’union” tra la città ed una proprietà apparsa spesso troppo distante dalla realtà messinese, e non soltanto in questa incerta estate. Il numero due del club è consapevole che troppi errori sono stati commessi nell’ultima stagione: “Bastava davvero poco per salvarsi ma il rischio retrocessione non è stato preso adeguatamente in considerazione. Sicuramente il play-out disputato contro la Reggina ha colto tutti alla sprovvista: non era stato previsto e queste sfide purtroppo sfuggono a qualsiasi logica di risultato”.
Lo Monaco ha sempre lamentato lo scarso supporto della piazza ma secondo Niki Patti non è esente da colpe: “Con un atteggiamento ed una comunicazione più attenta e meno spigolosa la città avrebbe potuto dare di più in termini di risposte e condivisioni. C’è stata peraltro una grossa deficienza nel marketing, dove si sarebbe potuto sicuramente fare meglio”.
Adesso ai tifosi non resta che aggrapparsi al gruppo Stracuzzi–Di Napoli ed all’eventuale supporto della Confcommercio, dopo che in prima battuta erano stati gli stessi sostenitori ad ipotizzare il varo di un azionariato popolare. Patti ritiene che si dovrebbe guardare come un modello anche alla sponda opposta dello Stretto: “A Messina vedo cento anime e cento iniziative non univoche. Reggio Calabria invece si è mossa all’unisono. Sindaco, presidente della società, Istituzioni, tifoseria e Mimmo Praticò, storico membro del Coni e della Figc e mio fraterno amico, si sono attivati con entusiasmo. La Lega Pro è svanita ma ripartiranno dalla D con logica, un progetto e probabilmente anche fondi adeguati”.
Dopo gli annunci di disimpegno di Lo Monaco, Patti rivela di essersi attivato per cercare una strada alternativa già ad inizio anno ma questi sforzi sono stati dilapidati in questo ultimo bimestre: “Per l’ACR ho curato i rapporti con le Istituzioni, sono intervenuto con una partecipazione finanziaria personale, la raccolta di sponsor e svariati abbonamenti a tariffe maggiorate. A febbraio, insieme ad un professionista molto conosciuto in città, che aveva fatto tanto in passato per l’ACR, avevamo anche messo a punto un progetto messinese di affiancamento e di rilancio del club, da realizzare nell’arco di tre mesi. La proprietà aveva chiesto aiuto e glielo abbiamo prospettato. Lo Monaco aveva dato il suo placet ma poi tutto si è arenato. Siamo sorpresi dal suo atteggiamento”.
Patti, che pure è formalmente vice-presidente del Messina, non ha contatti con il patron addirittura da due mesi: “Il 27 maggio scorso siamo stati per ben sette ore a colloquio. Avevamo definito i contorni di un progetto di rilancio del settore giovanile e della scuola calcio. In particolare era stato pianificato il trasferimento in città delle nove formazioni giovanili dell’ACR, fin qui ospitate a Monforte San Giorgio. L’obiettivo era quello di far rifiorire il vivaio, serbatoio della società. Lo Monaco sembrava disponibile, aveva prestato molta attenzione a questo aspetto ma da allora è sparito”.
Sulla paventata cessione del club non è stato mai interpellato: “Siamo una società e quindi determinate decisioni andrebbero comunicate e concordate. Dovrebbero essere condivise e discusse ma questo non è avvenuto”.