Dopo un terzo di campionato, il Città di Messina è quartultimo in graduatoria, a quattro punti dalla zona permanenza. Un rendimento un po’ al di sotto delle aspettative, sul quale sta pesando anche l’indisponibilità del “Marullo”.
Non lo nasconde il portiere Sebastiano Paterniti: “Non avere un campo casalingo ci condiziona tantissimo. Al “Franco Scoglio” ci siamo allenati pochissimo, in pratica non abbiamo mai giocato in casa. Abbiamo svolto solo qualche seduta di rifinitura. Rispetto al “Marullo” cambiano gli spazi e anche lo sforzo fisico richiesto dal terreno di gioco in erba naturale piuttosto che dal sintetico”.
I motivi di rammarico non mancano: “Abbiamo lasciato tanti punti per strada. Potevamo fare di più con Palmese, Roccella e Portici. Anche a Marsala abbiamo offerto una buona prova, senza concretizzare purtroppo. Pesano i nostri limiti ma anche un po’ di sfortuna, l’anno scorso certi palloni sarebbero entrati”.
Con una rosa molto giovane, a elementi come Paterniti spetta garantire adeguata esperienza: “Personalmente sono soddisfatto. Considerando la classifica, sto cercando di dare il mio contributo anche a livello caratteriale. Spetta a noi over rappresentare un punto di riferimento per i più giovani. Amella, ad esempio, ha ottime potenzialità e un buon fisico. Può crescere molto, al di là di una giornata no o di qualche titubanza, alle quali peraltro i portieri sono più esposti”.
Il Città di Messina, dopo due promozioni consecutive, cerca di consolidarsi nel massimo campionato dilettantistico: “La società è solida, negli anni ha programmato e mostrato serietà, anche quando sono mancati i risultati. Per fare il salto di qualità dovrebbe assicurarsi una concessione di una struttura come il “Celeste”, che con un fondo in sintetico potrebbe avere nuova vita, anche nell’ottica del settore giovanile”.
Paterniti ha vissuto, da messinese, l’inusuale sfida con l’ACR: “Sono originario di Tortorici e vivo a Capo d’Orlando. Da ex FC Messina, mi è dispiaciuto giocare “contro” i miei colori e i tifosi messinesi”.
Quest’anno sta trovando la continuità che in D era arrivata soltanto nel lontano 2008: “Con il Comacchio Lidi collezionai una quindicina di presenze nel girone di andata, in Emilia Romagna. Poi ho militato anche ad Arezzo e nell’Eccellenza laziale e calabrese. Qui c’è un gruppo composto da ragazzi seri. Non ci sono teste calde, ma remiamo tutti nella stessa direzione. Al di là dei valori tecnici, spogliatoio e staff hanno uno spessore umano notevole”.
Il 29enne ha dedicato un post sui social all’ex ds Angelo Alessandro e al preparatore dei portieri Alessandro Nastasi: “Dispiace averli salutati, hanno contribuito ai nostri successi. Nei momenti negativi nel calcio c’è sempre qualcuno che paga. Angelo lo conosco da anni: è preparato e corretto, non ci ha mai fatto mancare nulla e ha un cuore grande. Una risorsa per le società in cui lavora”.
Domenica la fondamentale sfida casalinga con la Cittanovese: “Non è decisiva, ma sono punti importanti. Sono una squadra esperta, di categoria, con buone individualità, che offre un buon calcio. Dobbiamo fare punti per uscire dalle zone calde. Mi piace vincere: spero di farlo, senza incassare troppi gol”.
Le soddisfazioni sono arrivate più dalla spiaggia che dal campo. “Dopo aver vinto scudetto e Coppa Italia a Catania, sono stato convocato nella Nazionale di beach soccer. Avremo altri raduni da febbraio in poi e in estate ci saranno i Mondiali. Essere preso in considerazione a questi livelli è una grande soddisfazione”.