Nella gara inaugurale della stagione due calci di rigore fissano il risultato di parità tra i padroni di casa dell’Atletico Catania e gli ospiti del RoccAcquedolcese. Gli ospiti si sono presentati allo stadio ‘Zia Lisa’ in formazione molto rimaneggiata (assenti Carroccio e Mangano squalificati, Carrello, Lupica e Hurtado infortunati, e dal terzo minuto Vergara uscito anche lui per una botta alla coscia), con poco più di 22 anni di età media. Le migliori occasioni arrivano nel primo tempo con un cross di Margaratini, che Conti a porta vuota non riesce ad orientare di testa, e una conclusione dello stesso Margaratini che, dopo un dribbling ubriacante su tre avversari, da buona posizione calcia a fil di palo.
L’Atletico Catania, squadra con tanti elementi d’esperienza, cerca da subito di mettere la partita sull’agonismo ma senza creare occasioni degne di nota per tutti i primi 45 minuti, ad eccezione di un tiro in mischia parato con qualche difficoltà da Caserta. Nella ripresa iniziano meglio i biancoverdi che vanno vicinissimi al vantaggio con un tiro di Mastriani, che si accentra da sinistra e appena giunto al limite dell’area calcia a giro sul secondo palo, mancando di un soffio il gol. Al 73’ la partita si sblocca per un fallo in area di rigore commesso da Sulmaister sul lato sinistro dell’attacco rossoblù. Dal dischetto Giannaula porta in vantaggio i suoi. Il fischio è apparso un po’ generoso agli ospiti.
I ragazzi di mister Palmeri non ci stanno e, forti di una migliore tenuta atletica, mettono alle corde i difensori locali, fino a quando Margaratini (di gran lunga il migliore in campo) si conquista il classico rigore di “compensazione” decretato dall’arbitro per un fallo che c’è ma che senza l’episodio del primo rigore non avrebbe certamente fischiato. Dal dischetto Scolaro fissa il risultato sull’1-1. A quel punto mancano ancora una manciata di minuti, Minutella e compagni pensano di poterla vincere, ma sfruttano male un paio di occasioni. Alla fine tutti moderatamente soddisfatti, con i biancoverdi che hanno riacciuffato in extremis il pareggio quando tutto sembrava compromesso.
