Mentre a Messina non si registrano sviluppi dopo il preliminare siglato con il presidente Pietro Sciotto, l’Aad Invest Group va verso un cocente fallimento in Belgio. La fiduciaria lussemburghese interessata all’acquisto dell’80% delle quote del club peloritano ha recentemente rilevato il Kmsk Deinze, club che milita da cinque stagioni nella serie B locale, dall’Aca Football Partners, una società di investitori di Singapore.

L’obiettivo era quello di rilanciarlo, evitandone un fallimento che adesso sta invece per essere dichiarato dal tribunale di Gent. Il Ceo Doudou Cissé e il legale Alexandre Châteaux sono tornati a parlare con una nota stampa, lamentando l’impossibilità di un’ulteriore cessione del club agli “investitori britannico-americani della Charter Hcp Ltd”. Che magari dovrebbero finanziare anche l’acquisto del Messina, affiancato per mesi proprio a quelle macro-aree geografiche. A meno che i partner dell’operazione non restino Licorne Gulf e Gem, già citati da Aad.

“Il 3 dicembre AAD Invest Group ha informato gli amministratori di KMSK Deinze della sua decisione di vendere il club, che deriva da prolungate difficoltà amministrative e comportamenti discriminatori che hanno ostacolato la realizzazione del nostro progetto – si legge nel comunicato -. Ci siamo subito attivati ​​per individuare un acquirente serio in grado di garantire un futuro stabile a KMSK Deinze. Gli investitori britannico-americani, Charter HCP Ltd, hanno espresso il loro interesse inviando una lettera formale di intenti, che è stata trasmessa agli amministratori”.

Un’operazione ritenuta probabilmente tardiva o vana dal tribunale fallimentare. “Il nostro avvocato, Maître Châteaux, ha organizzato il trasferimento delle azioni e l’esame delle garanzie finanziarie offerte da Charter HCP Ltd per evitare qualsiasi procedura di fallimento. Le discussioni tra Charter HCP Ltd, gli amministratori e i dipendenti del club sono iniziate venerdì 6 dicembre. Tuttavia, durante l’udienza, gli amministratori hanno affermato pubblicamente che nessun acquirente si era fatto avanti, mantenendo l’iter fallimentare. Queste azioni dimostrano palese malafede e hanno seriamente ostacolato i nostri sforzi per finalizzare il trasferimento ed evitare un risultato deplorevole. Le nostre iniziative finalizzate a garantirne la sopravvivenza sono state vanificate da ostacoli amministrativi e comportamenti contrari agli interessi del club”. 

Insomma, un balletto di responsabilità che avrebbe dovuto portare al terzo cambio di proprietà in poco tempo e che alimenta i dubbi sull’effettiva presenza dei finanziatori del progetto di Aad, società nata in Lussemburgo proprio per attrarre eventuali fondi di cui in proprio non è in possesso. Nelle scorse settimane, con la consulenza di alcuni esperti di mercato, l’avevamo paragonata all’Fc 32 e alla Brera Holding, gli unici due progetti sulla carta raffrontabili in Europa. E proprio nelle ultime ore Brera, dopo svariati tentativi non andati a buon fine, ha annunciato l’acquisizione del 22% della Juve Stabia, neopromossa e protagonista in serie B.

Riservandosi l’opzione di salire al 35% entro febbraio 2025 e al 51 entro marzo. La liquidità necessaria, sembra di capire, dovrà arrivare dal mercato, anche grazie alla quotazione in borsa, al Nasdaq, della holding. Probabilmente Aad aveva un progetto simile. Ma nel calcio i “pagherò” non bastano e per il Messina si avvicina la scadenza del 16 dicembre, entro la quale va versato un nuovo bimestre di stipendi e contributi. Come già accade da sette anni e mezzo ad onorarla dovrà essere la famiglia Sciotto. Ma nell’attuale contesto ambientale servirebbe comunque una svolta per inseguire la quarta salvezza consecutiva in C, peraltro senza l’aiuto del pubblico.