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Messina

Obbedio: “Ci sono le basi per ripartire. Ma serve una tregua con la città”

Prima uscita ufficiale per il nuovo direttore sportivo dell’Acr Messina Antonio Obbedio, presentato nei locali dell’ex chiesa di Santa Maria Alemanna: “È un grande piacere essere stato chiamato dalla famiglia Sciotto. Non è stata una scelta difficile da parte mia, tutti sapete l’affetto che nutro per questa città, altrimenti non sarei ritornato con tutte le problematiche che sapevo di affrontare. Paolo non è il primo né l’ultimo imprenditore a fare errori nel calcio, il lato positivo è l’amore che la sua famiglia ha per questa maglia. Sono consapevole della responsabilità e del peso di rilanciare la mia squadra del cuore”.

Messina ha sempre affrontato con una certa presunzione, dovuta al blasone e al suo passato, la realtà dilettantistica. Un atteggiamento controproducente, sostiene giustamente il dirigente foggiano: “La gente mi ferma già per strada e mi chiede cose importanti. Io chiedo una tregua da parte della stampa e della tifoseria. Ci vorrà tempo, perché costruire non è facile. E’ un campionato che tutti i tifosi non hanno mai accettato e non lo accetto nemmeno io, ma l’Acr fa la Serie D e va accettato. Bisogna calarsi tutti in questa categoria, inutile parlare del passato, si cercherà di aprire un nuovo ciclo per fare il bene di questi colori. Ho trovato delle ottime fondamenta create in questi giorni e per questo ringrazio i dirigenti del Camaro, perché c’è una struttura organizzativa e logistica che non avevo mai trovato in passato. Ci sono le basi per fare qualcosa di importante”.

Rando, Obbedio, Sciotto, D'Arrigo e Manzo
Rando, Obbedio, Sciotto, D’Arrigo e Manzo in conferenza stampa

Inevitabili le domande dei giornalisti sull’allenatore, che verrà ufficializzato nei prossimi giorni: “Entro lunedì sarà a Messina. È in vacanza, il profilo è stato individuato. Sarà duttile e propositivo, non bisogna fossilizzarsi su un unico modulo. Il  suo nome non è stato ancora diffuso dalla stampa. Ce ne sono tanti di allenatori liberi, il problema è sceglierlo per il Messina e per questa piazza. Concedetemi una battuta: qui si parcheggia sempre in doppia o terza fila, deve capire dove sta arrivando. Vogliamo creare le basi per qualcosa di importante, non promettere di vincere il campionato”.

Poi si passerà alla composizione della rosa: “Per i giocatori sono altamente selettivo, non è semplice dal mio punto di vista far indossare questa maglia. In questi anni l’hanno indossata parecchie persone che non meritavano. Le trattative ci sono, io però sono abbastanza ermetico. Di giovani bravi ce ne sono pochi, per gli over è diverso. I giocatori della scorsa stagione? Aspetto l’allenatore per fare valutazioni insieme a lui, ma penso che della squadra passata si possa salvare ben poco, per vari motivi. Su alcuni elementi le valutazioni sono state già fatte, su Catalano si faranno nei prossimi giorni”. 

Santa Maria Alemanna
La conferenza è stata ospitata dall’ex Chiesa di Santa Maria Alemanna

Per Obbedio non sarà facile spendere sul mercato il nome di Messina, reduce da un decennio da horror: “Penso che la famiglia Sciotto abbia fatto tanti errori, pagandoli molto cari. Sto cercando di fare capire che il management è cambiato, abbiamo una struttura per allenarci che non avevo nei miei ultimi tre anni. Lo scetticismo non è giustificabile, stiamo lavorando per diventare una società seria a media distanza. Se il Palermo dovesse essere inserito nel nostro girone sarebbe una realtà importante come il Bari lo scorso anno, ma noi cercheremo di fare il nostro campionato a prescindere. Le partite vanno giocate, io ho vinto lì alla “Favorita” dopo 40 anni quando eravamo in C1 col Messina. Sarei un folle a dire che non conta il lato economico, però credo tanto nel lavoro e nella costruzione”. 

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