Iannello e Pappa nella zona punzonatura
Novemila ciclisti sono arrivati sulle Dolomiti da ogni angolo del mondo, sorteggiati tra le 33mila richieste di adesione. Anche quest’anno la Maratona dles Dolomites ha incantato per paesaggi e organizzazione.
Domenica 2 luglio le montagne patrimonio mondiale Unesco delle Dolomiti sono state lo scenario della granfondo ciclistica giunta alla sua trentunesima edizione. Tre i percorsi in programma: il corto (55 km per 1780 metri di dislivello), il medio (106 km per 3130 metri di dislivello) e il lungo (138 km per 4230 metri di dislivello). Non solo il gran numero di partecipanti e le montagne da scalare, ma una delle gare amatoriali più suggestive al mondo con numeri stratosferici anche sotto il livello economico, basti pensare agli oltre 2 milioni e 600 euro di fatturato per un indotto complessivo di 11 milioni e mezzo di euro.
In tutto questo, c’era anche una nutrita pattuglia di ciclisti messinesi, una trentina in tutto, che hanno sfidato i 7 passi dolomitici: Pordoi, Sella, Campolongo, Falzarego, Gardena, Valparola, Giau, tutti rigorosamente chiusi al traffico. “Siamo partiti in macchina da Messina venerdi alle 4.00 e siamo arrivati in Trentino la sera alle 18.00, tutto questo solo per il piacere di esserci – ci racconta Franco Iannello, esponente del Team Bike 2000, alle sua seconda partecipazione dopo quella del 2009 – Correre questa gara è sempre un emozione indescrivibile. Affrontare le salite “mitiche” del ciclismo ti fa apprezzare la fatica e nello stesso tempo ti fa amare ancor di più questo sport. Il bello è essere in gara e pedalare in armonia con una natura bellissima. E poi la sicurezza, aspetto da non sottovalutare quando si parla di una gara ciclistica: tutto il tracciato è interamente chiuso al traffico. Il ciclismo come connubio tra natura, sicurezza e armonia. Fantastico”.
Il compagno d’avventura di Iannello è Pietro Pappa, anche lui messinese, anche lui entusiasta dell’esperienza appena affrontata: “Mi dedico al ciclismo da pochi anni, ma sono bastati per farmi amare questo sport. In bici si riescono a vedere e scoprire posti fantastici. Per me questa era la prima esperienza alla Maratona delle Dolomiti; neanche è finita e non vedo l’ora di tornarci il prossimo anno. Davvero bello: scenari fantastici e un’organizzazione perfetta. Sono felicissimo di questa esperienza”.
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